È stato identificato dalla Polizia postale l’autore del rivoltante post circolato sui social in cui veniva augurata alla piccola Ginevra, la figlia di Giorgia Meloni, la stessa fine della povera ragazza di Afragola, la 14enne Martina Carbonaro uccisa dall’ex fidanzato pochi giorni fa. Si tratta di Stefano Addeo, un professore di un Istituto superiore campano situato nel Nolano. Il docente si è poi scusato riconoscendo di aver fatto una cosa stupida e dettata dall’impulso perché, (ma pensa un po’), la morte non si augura mai a nessuno e a maggior ragione ai bambini. Ha chiesto scusa sì, ma questa persona rimane in ogni caso esecrabile, anche per le parole che è andato a recuperare per tentare di giustificarsi.
È difficile credere anzitutto all’impulso di un momento folle visto che il signor Addeo è recidivo in quanto a minacce e volgarità pesanti scritte sui social e dirette sempre a figli di personalità della politica da lui odiate in modo viscerale. Il prof è stato smentito subito dopo le discutibili scuse dagli organi di informazione, fra i quali Adnkronos, che hanno riportato le ributtanti frasi dedicate non molto tempo fa alla figlia di Matteo Salvini, una bimba di 12 anni, e ai figli del vicepremier Antonio Tajani e del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Se non si trattasse di un fatto grave e preoccupante, dovremmo addirittura sorridere per le ulteriori giustificazioni che ha accampato l’individuo. È stata l’Intelligenza Artificiale, ha detto il professore, a combinare il disastro maggiore, ovvero, gli auguri mortiferi verso la figlia della premier, ma tutti sappiamo bene che l’AI, per quanto sia, appunto, intelligente, parte sempre da input umani, tant’è che Addeo ha comunque ammesso di avere chiesto alla Intelligenza Artificiale di produrre qualcosa di cattivo contro Giorgia Meloni.
Il personaggio ha voluto tuttavia fare sapere all’Italia che le sue idee di radicale contrasto al Governo Meloni non cambieranno mai, e qui, francamente, esce in maniera integrale una visione del tutto distorta e inquietante di ciò che deve essere il confronto politico per questo professore campano. Il suo astio circa il Presidente del Consiglio e i ministri del Governo non c’entra nulla, non dovrebbe centrare con minacce di morte e frasi vomitevoli rivolte ai personaggi politici sgraditi e molto peggio, ai loro figli ed affetti più cari, altrimenti, quello che si ha dentro non è avversità ideologica, anche parecchio aspra, ma odio tribale e istinti sanguinari. Perché nutrire disprezzo fino ad auspicare, (sic!), la loro morte per Ginevra e Mirta Salvini?
Due bambine che, tanto per fare un esempio, sarebbero incolpevoli anche se fossero figlie del peggiore serial killer di questa Terra. Pare che Stefano Addeo abbia tentato il suicidio dopo quanto commesso e a tal proposito, non gli chiediamo sicuramente di arrivare a tanto, ma questa persona utilizzi i prossimi giorni, non per ingoiare barbiturici per carità, bensì per riflettere bene sulle schifezze che ha pubblicato sui social e che sono la prova di un odio, minoritario epperò pericoloso, che va ben oltre allo scontro democratico fra fazioni avversarie. Un malanimo radicalizzato e non isolato, (il livore di Addeo non è venuto fuori per uno sbaglio imbarazzante, ma proviene da concezioni consolidate), come ha detto bene la premier Meloni, che può condurre i più audaci e folli a commettere delitti in piena regola e già vediamo i ragazzotti Pro-Pal a sbandierare la loro “nostalgia” per la P38.
L’Italia ha dato abbastanza in passato con i cattivi maestri, ossia, quei professori di scuola superiore ed universitari che solidarizzavano con l’estremismo di sinistra trasformatosi in Brigate Rosse. Quando abbiamo scoperto che si trattava di un docente di scuola superiore, il nostro orrore è diventato doppio. Siamo cresciuti e cresciamo grazie all’esempio dei nostri genitori, ma pure trascorrendo almeno metà della giornata a scuola accanto ai nostri insegnanti, e un professore di media superiore che ha l’onere di formare degli adolescenti, i quali si trovano nella fase più delicata e fragile della loro vita, ha il tassativo dovere di controllare più di tutti gli altri il proprio comportamento pubblico e stare bene attento a ciò che scrive sui social.
Parecchie giovani vite, con un carattere in naturale evoluzione e subbuglio adolescenziale, dipendono anche da lui e se il professore Stefano Addeo non ha compreso evidentemente l’importanza del proprio lavoro, è giusto che il ministero dell’Istruzione provveda quanto prima ad applicare delle sanzioni severe. Se la scuola diventa cattiva maestra non bisogna sorprendersi poi se dilagano i ragazzini con i falsi miti della violenza politica di cinquant’anni fa, gli adolescenti incapaci di rispettare qualsiasi regola e la banalità del male a causa della quale si uccide l’ex fidanzata per un abbraccio rifiutato.
L’orrore non è doppio, ma è triplo.
Il primo è perché è stata augurata la morte ad una bambina.
Il secondo è perché ad augurare la morte ad una bambina è stato un insegnante.
Il terzo è perché un insegnante ha augurato ad una bambina di morire nella stessa maniera di un’altra ragazzina vittima di femminicidio.
Quindi, riassumendo, è stato individuato con assoluta certezza un docente in servizio in una scuola dello Stato italiano a cui sono affidate anche delle ragazze (per ragioni di insegnamento), che ritiene il femminicidio con modalità efferate un adeguato metodo punitivo nei confronti di una bambina figlia di una carica dello Stato quale ritorsione per idee politiche differenti dalle sue.