Comuni montani: le proposte di FdI per la valorizzazione. Amorese “niente numero minimo di alunni. Le scuole sono troppo importanti per il territorio”

Niente più numero minimo di alunni per le scuole e la costituzione di zone franche per una fiscalità di vantaggio. Sono le due proposte di legge presentate oggi alla Camera da Fratelli d’Italia a testimonianza della grande attenzione dimostrata ai problemi dei comuni montani e delle aree interne, finora sempre trascurate a abbandonate a se stesse. «È un tema particolarmente significativo -ha osservato il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti- che necessita di interventi urgenti per evitare la desertificazione e queste pdl rappresentano un primo significativo passo per valorizzare i comuni montani».

«Della questione -ha sottolineato Alessandro Amorese, primo firmatario della pdl sulle scuole- ne ha parlato nel discorso di insediamento anche il presidente del consiglio. E quella della Meloni non è stata una citazione di circostanza. Con le proposte di legge interveniamo concretamente. Quella delle scuole è una delle questioni principali su cui bisogna agire perché è mancata una vera e propria organizzazione scolastica, andando oltre alla questione demografica». Non si può applicare ai comuni montani come pure alle piccole isole e alle aree abitate da minoranze linguistiche una logica che può andare bene per le città per cui la pdl abolisce totalmente per questi territori il numero minimo di alunni fissato dalla legge non solo per le scuole elementari, ma anche per le medie e anche le superiori.

«Bisogna ricordare – aggiunge Amorese- che il 90% delle produzioni tipiche proviene dai comuni montani per cui tali comuni non possono essere abbandonati a se stessi. Le scuole in quelle aree rappresentano il “tasso di vitalità e di futuro” per una comunità, non solo valorizzano l’identità e la cultura del territorio, ma possono essere anche strumenti importanti per sviluppare attività come l’artigianato, iniziative nel campo del turismo e ripresa dei distretti industriali. Possono trasformare i comuni montani e le aree interne da problematicità a risorsa, puntando sulla riqualificazione contro lo spopolamento e lo sradicamento».

La pdl che istituisce le zone franche montane è stata illustrata dalla prima firmataria Chiara La Porta: «Il nostro obiettivo è quello di contrastare il depauperamento del tessuto economico e sociale delle aree di montagna e a favorirne lo sviluppo occupazionale e il ripopolamento, nonché a sostenere lo sviluppo delle attività imprenditoriali, agricole e turistiche. Una misura di giustizia sociale poiché chi abita nei comuni montani non può contare su servizi come nelle grandi città per cui necessita di pagare di meno rispetto agli altri, ma soprattutto di tutela ambientale perché è sempre più evidente che se le zone di montagna non sono curate, le conseguenze ricadono tragicamente sulle pianure». A tal fine la pdl prevede anche incentivi per favorire l’insediamento di famiglie che si trasferiscono in tali aree ed elimina l’obbligo della fatturazione elettronica per i soggetti residenti nei comuni delle zone franche montane sprovvisti dalla rete internet a banda larga.

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