Con il Governo Meloni la legge vale per tutti. Anche per le ONG

Le autorità italiane, applicando le leggi vigenti, hanno disposto il fermo amministrativo della nave Mediterranea, appartenente all’omonima ONG, che lo scorso sabato ha intenzionalmente violato le disposizioni relative all’assegnazione del porto sicuro: alla nave era infatti stato indicato Genova come porto di sbarco, ma ha ignorando le direttive ministeriali, ha puntato invece verso Trapani, dove ha proceduto allo sbarco dei migranti.
Un atto di disobbedienza istituzionale, grave e inaccettabile, che avrebbe potuto passare sotto silenzio in altri tempi, ma non con questo governo.

Il Governo Meloni, infatti, ha dimostrato ancora una volta di non essere disposto a tollerare scorciatoie, azioni arbitrarie o forzature mascherate da emergenze umanitarie. Le regole valgono per tutti, anche per le ONG. Soprattutto per chi opera in mare, in un ambito delicato come quello dell’immigrazione, dove legalità, sicurezza e sovranità devono andare di pari passo.

La reazione della sinistra è stata quella di sempre, come prevedibile. Ed ecco dunque che all’unisono i compagni si sono mossi gridando allo scandalo, accusando l’esecutivo di autoritarismo. E, ovviamente, usando la loro solita etichettatura al sapore di “fascismo”, “disumanità”, “regime”.

Oramai siamo abituati a questi teatrini e sappiamo bene che non sarà l’ultima volta che dovremo assistere a questo genere di triste spettacolo.

Ma la verità è semplice e sotto gli occhi di tutti: il fermo amministrativo della nave della ONG è stato disposto in applicazione del decreto Piantedosi, una misura adottata dal Governo Meloni proprio per contrastare i meccanismi dell’immigrazione irregolare, gestiti di fatto da reti di criminali internazionali che sfruttano esseri umani come merce. Non c’è nulla di arbitrario o repressivo: c’è solo la volontà- e la necessità- di interrompere una spirale di illegalità e cinismo che per anni è stata tollerata o addirittura favorita.

Eppure, proprio per questo il Governo Meloni sembra dare fastidio ai paladini della (in)giustizia: perché questo Governo sta riportando ordine laddove regnava il disordine, e rispetto delle regole dove c’era il “fai da te”.

Tant’è che pure nel caso del centro sociale Leoncavallo, occupato illegalmente per decenni, e ora liberato grazie all’intervento delle istituzioni, per la sinistra lo Stato, facendo rispettare le regole, è stata etichettato come uno Stato “liberticida”.

Peccato però che occorra ricordare- e far ricordare soprattutto- che solo dove c’è legalità c’è vera libertà. Solo dove lo Stato è autorevole si possono proteggere davvero i più deboli, garantire la sicurezza dei cittadini e difendere la dignità delle istituzioni.

Oggi in Italia la musica è cambiata. Il tempo dei buonismi ipocriti, delle regole “a giorni alterni”, delle ONG che fanno ciò che vogliono, è finito. Con il Governo Meloni, le leggi non solo si scrivono, ma si applicano. Senza eccezioni. Senza favoritismi. E soprattutto, senza paura di affrontare le critiche di chi confonde l’anarchia con la democrazia.

In Italia oggi le leggi si rispettano. E si fanno rispettare.

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