Con il Governo Meloni l’Italia è forte e cresce: aumentano i posti di lavoro

La buona novella arriva da un report di ministero del Lavoro, Bankitalia e ANPAL: creati 100mila di posti di lavoro in più dall’inizio del 2023. Ma i gufi avranno smesso di gufare?

È ormai da qualche mese che il governo sta portando avanti un’efficace ed efficiente politica economica, che nei fatti si sta trasformando in uno sviluppo sostanziale dell’economia.

Si diceva fiduciosa, speranzosa per il futuro il presidente del Consiglio Giorgia Meloni quando, sul finire del 2022, dati alla mano annunciava una ripresa economica nell’ultimo trimestre dell’anno, nonostante le tante difficoltà dovute allo shock post-pandemico e al caro bollette che hanno colpito famiglie e imprese. Da allora l’economia italiana ha continuato la sua ascesa, grazie anche al fruttuoso lavoro svolto in Europa dall’esecutivo per risolvere il problema energetico e, non certo secondaria, grazie a una manovra di bilancio con la quale, nonostante le numerose ristrettezze in fatto di tempi, chiaramente ristretti, e di risorse – si rammentino gli sprechi degli anni precedenti a danno dei contribuenti – il governo ha voluto puntare sul vero motore dell’economia: le imprese, con i loro lavoratori.

L’ultima riprova del buon lavoro del governo arriva dal report di Bankitalia, ministero del Lavoro e ANPAL riguardo il mercato del lavoro: nei primi due mesi del 2023 la domanda del lavoro è tornata a crescere, creando 100mila nuovi posti; incremento che di gran lunga è maggiore di quello dello stesso periodo dell’anno precedente (di circa il doppio), ma soprattutto supera i dati del primo bimestre del 2019, vale a dire prima di pandemia e guerra in Ucraina. “I 100mila posti di lavoro creati nei primi due mesi del 2023 sono un ottimo segnale di fiducia per la nostra economia” rende noto in uno scritto il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, che spiega di essere al lavoro “per creare condizioni che favoriscano una migliore occupabilità anche di chi è fuori dal mercato da qualche tempo e per efficientare i processi di incrocio fra domanda e offerta di lavoro”.

L’incremento dei posti di lavoro è anche legato a un aumento dei servizi, la cui crescita deriva soprattutto dal settore del turismo, e a una ripresa dell’industria che, dopo un rallentamento nell’estate scorsa per il caro bolletta, ha beneficiato appunto del calo dei prezzi dell’energia.

“Un’ottima notizia – scrive Giorgia Meloni sui suoi profili social – che ci spinge a far sempre meglio, per un’Italia che riparta dal lavoro e dallo sviluppo”. A giovare di tale crescita sono stati per la maggioranza i posti di lavoro a tempo indeterminato, e in più va riducendosi il divario di genere: dopo il brusco calo a causa della pandemia e il rallentamento dello scorso anno, l’occupazione femminile torna a salire e ad avvicinarsi a quella maschile. Per quanto concerne infine il rapporto tra Nord e Sud, anche se l’aumento più cospicuo si registra nelle regioni settentrionali, nel Meridione si è superata ampiamente la stagnazione di posti di lavoro registrata nel 2022. Insomma, l’economia italiana sta ripartendo pian piano dalle sue fondamenta, i piccoli lavoratori, le piccole imprese, che costituiscono l’ossatura del suo sistema e sui quali il governo non ha esitato a scommettere fin dalla sua prima ora di lavoro, in raccordo col suo programma politico, per quanto tortuosa e lunga potesse rivelarsi la strada scelta.

I tanti cattivi presagi che si levavano dalle opposizioni all’indomani dell’esito delle votazioni – presagi che, tra le altre cose, portarono la stampa nazionale ed estera a considerare la scelta degli elettori come un azzardo, un pericolo per la stabilità economica e per i rapporti internazionali – ora ovviamente non trovano riscontro se non nelle parole di chi “non vuole vedere”, mossi da una continua sindrome propagandistica, smentiti però nella realtà dagli atti di un governo quantomai coeso. E chissà se ora questi febbricitanti di proselitismo sceglieranno la via, per loro costosa, del riconoscimento, o vorranno affondare, ancora più, nell’ipocrisia. Stando alle parole dei gufi, l’Italia a quest’ora sarebbe stata una catastrofe: spread alle stelle, isolamento internazionale, economia a ribasso e distruzione totale di ogni risparmio dei cittadini. Invece, i fatti, i dati, i numeri danno ragione a un esecutivo fin qui coerente su quanto garantito in campagna elettorale.

E i fatti, i dati, i numeri, e non le chiacchiere, né le finte e vaghe promesse del “gratuitamente”, tengono alto il morale e l’approvazione degli elettori, e portano i migliori giornali al mondo a titolare a favore di Giorgia Meloni e a raccontare come la temutissima distruttrice di chissà cosa ha zittito, ancora una volta, i gufi.

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1 commento

  1. It is a very good thing to have new 100.000 works. However, I believe that Puglia has been forgotten. Too many are still working at “black” when so many opportunities can be created. It depends also about a “Questionnaire” to see how the people feel about their region and what to add as “new jobs”. (capabilities, culture, finance)

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