Confine Orientale, Rampelli (FdI): orrore a Trieste, tornano i comunisti filo jugoslavi

Interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno Piantedosi

“Ieri a Trieste, 1º maggio, ondeggiavano striscioni e bandiere della Jugoslavia comunista. La storia racconta che i partigiani comunisti di Tito in accordo con quelli italiani occuparono Trieste per darla al carnefice Maresciallo Tito. La liberazione dal nazismo e dal fascismo non segnò la fine delle violenze, portò una vera e propria occupazione cruenta nei confronti delle terre italiane. Così decine di migliaia di persone, anche slovene e croate accusate di collaborazionismo, uomini, donne, anziani e bambini, furono sterminati. La storia dice che dal 1* maggio al 9 giugno 1945 ci furono 40 giorni di occupazione comunista jugoslava efferata. Solo dopo gli accordi di Belgrado del 9 giugno fu definita la ‘Linea Morgan’ e nacquero la zona A del territorio libero di Trieste – che il 12 giugno passò sotto la protezione degli Alleati – e la zona B di Capodistria temporaneamente affidata agli jugoslavi, ma poi ceduta definitivamente nel 1975 da un’Italia vile alla Jugoslavia col Trattato di Osimo.

Domanda: non ci sono leggi italiane che possano fermare manifestazioni irrispettose della sofferenza di tanti esseri umani, se la mano omicida è comunista? O la legge dell’ignominia con tanto di inchieste giudiziarie vale a senso unico?

Lunedì deposito interrogazione parlamentare. Meglio chiedere e se la risposta è negativa porre rimedio”. È quanto scrive il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia sulla sua bacheca Facebook.

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