Consiglio europeo, Terzi (FdI): tre questioni da sollevare al Consiglio europeo

Il sen. Giulio Terzi (FdI) è intervenuto nel dibattito in aula al Senato sul prossimo Consiglio europeo evidenziando in particolare tre questioni: aggressione russa all’Ucraina, governance economica ed immigrazione. Sull’Ucraina, Terzi ha auspicato un sostegno trasversale e sempre più ampio dell’Italia e dell’UE a Kiev, confermando “il sostegno e aiuto sul piano politico, economico, militare all’Ucraina” e mettendo in guardia dall’alleanza sino-russa e dalla neutralità cinese che di fatto favorisce Mosca. “La disinformazione e la propaganda russo-cinese, alle quali siamo molto esposti” è un problema fondamentale perché “assistiamo da diversi mesi ad una narrazione oscenamente falsa su cause, fatti, responsabilità dell’aggressione criminale di Putin all’Ucraina e all’Europa. Russia e Cina diffondono le stesse menzogne. È interesse nazionale diffondere una narrativa basata su fatti comprovati denunciando le atrocità.”
Sulla governance economica secondo Terzi la riforma della governance economica deve essere “equilibrata e sostenibile tanto nella gestione del debito, che nelle sue implicazioni anche sotto il profilo geopolitico” specificando che “ci si debba costantemente guardare da teorie ipercritiche, anche tra le istituzioni europee, nei confronti del nostro Paese. Ne abbiamo avuto prova in un recente incontro dei parlamenti nazionali con il Parlamento europeo e con la Commissione europea, dove è stata evidenziata – quasi come fosse un case study – una proiezione statistica e allarmante sul debito pubblico italiano, senza alcun approfondimento sui parametri utilizzati e senza un vero dibattito. Mi sono stati concessi, come da regolamento, soltanto 90 secondi per replicare.”
Sull’ultimo punto, nel sottolineare l’importanza anche di politiche a breve termine, Terzi ha aggiunto: “La strategia ripetutamente sottolineata dal Presidente del Consiglio è chiara: occorre un piano di sviluppo che non può essere disgiunto da un’evoluzione politica in quei Paesi nel senso della libertà, dello stato di diritto e dei diritti umani che essi devono acquisire. Incoraggiamo allora una presenza rafforzata degli Stati membri dell’UE in Africa non solo per quanto riguarda le questioni economiche e di sviluppo, ma anche per quelle della sicurezza e della libertà.”

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