Convegno fusione nucleare. Rampelli: sostenere la ricerca, oggi puntare sull’idroelettrico

“Fummo tra i primi a puntare sulla fusione nucleare decenni fa, chi ascoltava ci guardava con compatimento. Anche oggi c’è chi dice che prima di giungere alla fusione bisogna tornare alla fissione. Falso. Sono due percorsi distinti e la ricerca scientifica deve farli entrambi.
Oggi constatiamo che la sperimentazione sulla fusione è a buon punto e non manca troppo tempo dalla trasmissione dell’energia dal nucleo incandescente alla lampadina. Né credo saranno molto più brevi i tempi per giungere ai cosiddetti micro reattori della fissione di ultima generazione. Principi tecnologici opposti, il primo fonde e associa, il secondo rompe e disgrega.
Ovvio che la fusione sia più pulita e meno impattante e quindi ci auguriamo giunga prima a destinazione, anche perché ci vede tra le nazioni industrializzate meno zavorrate dal nucleare tradizionale e quindi potenzialmente più stimolate a colpire l’obiettivo. Il che per l’Italia sarebbe una svolta epocale, come salire sul tetto del mondo.

Allo stato attuale, visto che le innovazioni in ambito nucleare ci danno appuntamento tra molti anni, la fonte cui l’Italia deve pragmaticamente porgere la sua attenzione è l’idroelettrico. È rinnovabile, sovrano, disponibile, programmabile e ad alto potenziale. Possiamo arrivare con facilità e con poca spesa al 40% di energia prodotta dall’acqua”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo al convegno ‘Nucleare: il punto su fusione’, organizzato dall’Ecr con l’europarlamentare Nicola Procaccini e il deputato Riccardo Zucconi con la presenza del ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.

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