Il governo su sport e Coronavirus ha poche idee e confuse. L’ultimo DPCM vieta le attività sportive dilettantistiche se non in forma individuale, proibendo gare e competizioni con particolare riferimento a sport di contatto. In pratica vengono consentiti gli sport, individuali o di squadra, solo qualora rivestano interesse nazionale e regionale come riconosciuto dal CONI o dal comitato paralimpico, mentre vengono totalmente vietate le attività sportive di squadra che hanno carattere provinciale. È una contraddizione che penalizza soprattutto i più piccoli, i ragazzi e bambini iscritti ad associazioni sportive che militano nei campionati locali e che sono costretti a fare solo allenamenti in forma individuale, senza poter disputare partite. Ma per assurdo, i loro coetanei che disputano campionati regionali possono continuare ad allenarsi e a giocare. Forse per il governo il Covid è selettivo? Colpisce gli atleti solo delle federazioni provinciali e delle società sportive dilettantistiche? Con questa scelta i contagi non vengono limitati, semmai si aumentano i rischi, perché gli stessi ragazzi che si sarebbero ritrovati con le loro squadre si potrebbero riunire nelle piazze o in luoghi privati, senza nessuno che li sorvegli e che si prenda l’onere di applicare i rigidi protocolli di sicurezza disposti dalle federazioni o dagli enti di promozione sportiva. Tali protocolli sono applicati e per farlo, le società hanno dovuto sopportare dei costi non indifferenti in termini di materiali e personale addetto alle sanificazioni, pur sapendo a priori che avrebbero dovuto contare su incassi ridotti. Non è vero quel che dice Conte che palestre, piscine e centri sportivi non si sono adeguati. Se poi c’è qualcuno che non rispetta le regole e mette a rischio la salute dei suoi iscritti, è giusto che siano effettuati controlli, applicando sanzioni ed arrivando eventualmente alla chiusura di chi trasgredisce. Ma non si può continuare a mettere sul banco degli imputati un intero settore, con minacce di chiusure generalizzate che non fanno altro che scoraggiare l’utenza tenendola lontana dalla pratica sportiva e condannando a morte tante piccole realtà vittime dei provvedimenti insensati del governo. Sospendere l’attività sportiva di ragazze e ragazzi è, allo stato dei fatti, un errore. Non esistono dati che motivino la scelta. Non c’è un’esplosione di focolai sui campi di calcio, nelle palestre o nelle piscine. In questa difficile stagione di convivenza con il virus, serve equilibrio nelle scelte. Provvedimenti come quelli contenuti nell’ultimo DPCM non tutelano la salute ma sono il colpo di grazie per un settore che ha già sofferto molto. Chiedo, perciò, al ministro Spadafora di intervenire, prendendo decisioni omogenee e non drastiche, altrimenti come Fratelli d’Italia ci faremo carico di presentare proposte in Parlamento per tutelare il comparto”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrini