I contagi registrati all’estero, ha annunciato oggi l’Oms, hanno superato per la prima volta quelli in Cina (427 contro 411).
Critiche le situazioni che riguardano in particolare l’Iran, la Corea del Sud e ora anche quanto sta accadendo in Europa. Anche se la raccomandazione dell’Oms resta comunque quella di “non abbandonarsi al panico”.In Corea del Sud, il numero degli infettati e’ balzato sopra i mille casi: 12 morti e 1.261 persone contagiate (con 284 nuovi malati tra i quali un soldato americano). Nelle ultime 24 ore sono stati segnalati i primi contagi in diversi Paesi europei, tra cui Austria, Svizzera, Croazia, Grecia e Macedonia del Nord. Primi due casi di positivita’ inoltre in Algeria, in Pakistan e in Finlandia, cosi’ come uno in Brasile. La Francia ha annunciato il primo decesso di un cittadino francese, un sesssantenne a Parigi.
Secondo gli ultimi dati, la Cina ha segnato 78.190 casi totali, inclusi 2.178 morti. Solo 10 nuovi casi si sono verificati fuori dalla provincia dell’Hubei, epicentro dell’infezione. Le misure draconiane imposte da Xi Jinping insomma pare che stiano funzionando. Nel resto del mondo invece sono stati segnalati 2.790 casi e 44 decessi in 37 Paesi, secondo l’ultimo conteggio dell’Oms. “L’aumento del numero di casi ha spinto media e politici a chiedere la dichiarazione di pandemia. Non dovremmo avere troppa fretta nel farlo senza un’attenta analisi”, ha avvertito Tedros Adhanom Ghebreyesus, pur riconoscendo che “tutti gli scenari rimangono sul tavolo” e che “non esiterebbe a usare la parola pandemia se la situazione lo richiedesse”.