Cosa cambia con il nuovo decreto sulla cittadinanza: le modifiche del Senato

Con 81 voti a favore e 37 contrari, il Senato italiano ha approvato con modifiche il decreto-legge proposto dal Governo che cambia in modo significativo le regole per ottenere la cittadinanza italiana. Il decreto è in vigore dal 28 marzo 2025 e mira, secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a fare della cittadinanza “un riconoscimento serio e consapevole”. Ma cosa comportano davvero queste nuove regole? E quali sono le eccezioni introdotte dal Senato? Ecco un riepilogo.

1. Il diritto di sangue (ius sanguinis) viene limitato, ma con eccezioni:

Nel testo originale del decreto, la trasmissione della cittadinanza italiana era riservata solo a chi avesse genitori o nonni nati in Italia, cancellando così il diritto, in vigore dal 1992, che permetteva anche ai discendenti più lontani di chiedere la cittadinanza senza limiti generazionali.

Tuttavia, il Senato ha modificato questa norma:

– È stato eliminato il requisito del luogo di nascita dell’antenato (non serve più che sia nato in Italia).

– Ma si è introdotta una condizione più restrittiva: il genitore o nonno da cui si discende deve possedere o aver posseduto esclusivamente la cittadinanza italiana fino al momento della morte. Se l’antenato ha avuto doppia cittadinanza, i discendenti non avranno diritto al riconoscimento automatico.

Questa condizione esclude di fatto molte persone con origine italiana, soprattutto nei Paesi dove era comune naturalizzarsi dopo l’emigrazione.

2. Eccezione per chi vive in Italia: si salva il legame con il territorio

Una novità importante, introdotta dal Senato, riguarda i discendenti di italiani che decidono di trasferirsi in Italia:

– Anche se non rientrano nei nuovi limiti imposti al riconoscimento per discendenza, possono ottenere la cittadinanza dopo due anni di residenza legale e continuativa in Italia.

– Questa disposizione non pone limiti generazionali, salvaguardando chi dimostra un legame concreto con l’Italia attraverso la scelta di viverci stabilmente.

3. Garanzie per chi ha già iniziato il percorso

Il decreto stabilisce che chi ha avviato la pratica di cittadinanza prima del 28 marzo 2025 potrà continuare con le regole precedenti, più favorevoli.

– Questo vale anche per chi aveva un appuntamento consolare fissato prima di quella data e ha inviato i documenti completi entro le 23:59 del 27 marzo (ora italiana).

– I turni consolari prenotati prima dell’entrata in vigore del decreto restano validi e protetti.

4. Regole speciali per i minori

Il Senato ha previsto norme più flessibili per i figli minorenni:

– I bambini nati prima del 27 marzo 2025 possono essere registrati sul portale Fast It fino al 31 maggio 2026.

– I nati dopo quella data avranno un anno di tempo dalla nascita per essere registrati.

– Inoltre, se uno dei genitori è cittadino italiano dalla nascita, il figlio minorenne può diventare cittadino se:

– vive in Italia per almeno due anni dopo una dichiarazione di volontà;

– oppure se tale dichiarazione viene fatta entro un anno dalla nascita o dall’adozione.

– Il minore potrà rinunciare alla cittadinanza al compimento dei 18 anni se possiede un’altra cittadinanza.

5. Recupero della cittadinanza per chi l’ha persa

Il Senato ha anche introdotto la possibilità di riacquistare la cittadinanza italiana per chi l’ha persa a causa di vecchie normative (ad esempio la legge del 1912):

– Possono fare richiesta le persone nate in Italia o che vi hanno vissuto almeno due anni, purché abbiano perso la cittadinanza italiana.

– La domanda potrà essere presentata tra il 1° luglio 2025 e il 31 dicembre 2027, anche presso i consolati, con un costo di 250 euro.

6. Riduzione dei requisiti di residenza in alcuni casi

Per chi richiede la cittadinanza per naturalizzazione (cioè dopo un periodo di residenza in Italia), si riduce il periodo richiesto:

– Servono solo due anni di residenza per chi ha parenti italiani fino al secondo grado.

– Sono previste facilitazioni anche per chi è nato in Italia e ci risiede da almeno tre anni.

Conclusione: cittadinanza sì, ma con legami reali

Il decreto cambia radicalmente il modo in cui si accede alla cittadinanza italiana. L’obiettivo dichiarato del governo è evitare che milioni di persone, senza un vero legame con il Paese, possano ottenerla solo per discendenza. Tuttavia, il Senato ha introdotto modifiche che proteggono i diritti acquisiti e premiano chi sceglie l’Italia come luogo di vita.

In Argentina e in tutto il Sudamerica, dove vivono milioni di persone con origini italiane, queste modifiche sono state seguite con grande attenzione e apprensione. Per molte famiglie, il riconoscimento della cittadinanza rappresenta non solo un legame culturale e affettivo con l’Italia, ma anche un’opportunità concreta di studio, lavoro e mobilità. L’approvazione finale del decreto era attesa con ansia, e le notizie sulle eccezioni introdotte dal Senato sono state accolte con sollievo da chi aveva già avviato il processo o intende stabilirsi nel Paese d’origine dei propri antenati.

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Candela Sol Silva
Candela Sol Silva
Studentessa di ingegneria, giornalista e intervistatore. È stata responsabile della campagna elettorale e addetta stampa del candidato alla Camera dei Deputati di Fratelli d'Italia in Sud America, Vito De Palma, alle ultime elezioni del settembre 2022.

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