“Anche Inail, nel corso dell’audizione che si è svolta ieri in commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid, ha confermato che l’allora governo Conte non era preparato ad affrontare la pandemia. Non c’erano, infatti, modelli da seguire, anche perché, a differenza di altre nazioni, non erano stati previsti piani pandemici. Così, anche per quanto riguarda la tutela dei lavoratori, lo Stato si è dovuto affidare alle capacità personali dei dipendenti Inail per sopperire. Hanno dovuto improvvisare, inventandosi procedure, direttive al fine di salvaguardare la salute dei lavoratori. Nel 2020 sono stati denunciati 122.844 infortuni dovuti al Covid, di cui 425 con esito mortale. La maggior parte dei decessi è avvenuta nei mesi di marzo, aprile e maggio. Ciò dimostra, considerando anche che gran parte degli infortuni ha riguardato il personale sanitario, che l’allora Governo non è stato tempestivo nel dichiarare le zone rosse e che i dispositivi sanitari erano carenti e inadeguati. Non è allora un caso che si sia arrivati al paradosso italiano: nonostante l’adozione di intempestive (come in Val Seriana) e caotiche misure restrittive – tra le più ferree d’Europa e che hanno pesantemente gravato sulla libertà dei cittadini e sull’economia nazionale – il numero di decessi per Covid in Italia è stato molto elevato”.
Così in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Ciancitto, vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid.