Covid. FdI: Quali rapporti tra struttura commissariale e importatori cinesi di mascherine inidonee?

“Finora, dai lavori di commissione Covid è emerso come le istituzioni del tempo e gli uffici coinvolti, fra cui la struttura commissariale e l’Agenzia delle Dogane, fossero consapevoli del rischio di importazione in Italia di mascherine non conformi. È altresì emerso che, di fronte a mascherine con marcatura CE falsa o inidonea, anziché segnalare la circostanza all’Autorità giudiziaria competente, la struttura commissariale di Arcuri ha fatto pressioni sull’Agenzia delle Dogane per procedere a un rapido sdoganamento di lotti di mascherine cinesi poi sequestrate perché risultate, dalle analisi eseguite, anche pericolose per la salute. È un’ipotesi grave, a cui oggi se ne aggiunge una gravissima: La Verità pubblica stralci di conversazioni dai quali si evincerebbe che la struttura commissariale era persino d’accordo con gli importatori affinché questi integrassero la documentazione d’accompagnamento non a norma dei lotti di mascherine cinesi o addirittura affinché questi la camuffassero con una marcatura di garanzia illecitamente apposta. Occorre fare chiarezza, per questo Fratelli d’Italia ha chiesto l’acquisizione dei documenti riportati nell’articolo della Verità, in quanto riteniamo necessario indagare anche sui rapporti tra la struttura commissariale, il consorzio cinese Wenzhou Luokai, importatore della maxi-commessa da 1.251 miliardi, e i mediatori coinvolti che hanno percepito provvigioni milionarie”.

Così in una nota i parlamentari di Fratelli d’Italia componenti della commissione Covid.

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