Durante la prima fase della pandemia, l’agenzia delle Dogane avrebbe abbattuto i controlli per velocizzare l’arrivo di mascherine, anche se prive della documentazione idonea. È quanto emerso ieri dai lavori della commissione d’inchiesta sulla gestione del Covid durante l’audizione dall’esame testimoniale di Maria Preiti, direttore territoriale della Lombardia dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli nonché, ad interim, dell’Ufficio antifrode regionale e Ufficio dogane di Malpensa. In tal modo, denunciano i parlamentari di Fratelli d’Italia componenti della commissione Covid, che i controlli doganali sarebbero stati abbattuti “consentendo così l’importazione di lotti di mascherine con la marcatura Ce illegalmente apposta e corredata di certificazione inidonea”.
“Invece i funzionari delle Dogane avrebbero dovuto bloccare questi lotti e segnalare l’ipotesi di reato all’Autorità giudiziaria”, accusano i parlamentari di Fratelli d’Italia. “Non solo: su queste mascherine, infatti, non sarebbero stati recuperati né Iva né dazi, nonostante siano state importate a titolo oneroso e poi sequestrate dalla Guardia di Finanza perché, come accertato in sede penale, pericolose e quindi non utilizzate né utilizzabili per contrastare il Covid”, aggiungono i meloniani. Sulla base delle dichiarazioni rilasciate dalla dottoressa Maria Preiti, dunque, le “presunte fattispecie di reato – attaccano ancora i membri di FdI della commissione d’inchiesta sulla gestione del Covid – sarebbero state sanate dal parere favorevole del Comitato tecnico-scientifico (Cts) basato su mero controllo documentale ed emesso anche a fronte di certificazione inidonea Ecm, Celab, Icr”. All’agenzia delle Dogane e dei monopoli, in definitiva, sarebbe bastato questo parere per sanare le importazioni irregolari di mascherine provenienti dall’estero. “Saremmo, pertanto, di fronte a una amnistia di fatto, con buona pace delle ipotesi delittuose, dei soldi pubblici e della salute di chi doveva indossare quei dispositivi”, chiosano i parlamentari di Fdi secondo cui “si configurerebbero danni erariali e alla salute su cui Fratelli d’Italia continuerà ad indagare, malgrado il continuo ostruzionismo della sinistra”.
Queste rivelazioni si aggiungono a quelle rilasciate a inizio maggio scorso da Alessandro Canali, già titolare di incarichi dirigenziali presso l’Agenzia delle dogane e dei monopoli. “Palazzo Chigi – è stata la denuncia della deputata Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Covid – sarebbe stato informato da differenti fonti del rischio concreto che le mascherine importate in Italia fossero inidonee nonché pagate di più rispetto al prezzo medio praticato all’epoca. E, nonostante circolassero anche alert su consegne di mascherine con certificazioni fasulle, il Governo e la struttura commissariale guidata allora da Domenico Arcuri, anziché aumentare i controlli, avrebbero chiesto di velocizzare gli sdoganamenti e abbattere i controlli come effettivamente avvenne dal primo luglio 2020 con l’ordine di sdoganamento automatico delle commesse di mascherine”.