Sono cresciuta con l’immagine romantica di una società nella quale nonni e genitori si privavano delle poche cose che avevano per darle ai piccolini di casa. Come Geppetto con Pinocchio. Che poi somigliava molto alla realtà vissuta in Italia fino a non molti decenni fa. La coperta calda al nipotino, il nonno coperto con quello che capitava “stai tranquillo, io non ho freddo”. La parte migliore delle pietanze ai bambini, la nonna e la madre a mangiare quello che stava per andare a male (o lo era da poco).
Una società che poneva al centro il futuro, e quindi i bambini e i giovani. Se c’era un rischio da correre, di qualsiasi genere, lo correvano gli adulti, perfino gli anziani, ma i piccoli si mettevano al riparo. Sempre. Quando abbiamo perso questa visione? Quello che sta accadendo con i vaccini ai ragazzini mi lascia allibita. I più giovani non rischiano praticamente nulla dal Covid, in compenso non possiamo sapere quali conseguenze a lungo termine possano avere dei vaccini realizzati per forza di cose a tempi di record. O quali conseguenze potrebbero avere sulla prole e sulla discendenza.
È giusto far correre questi rischi a bambini e ragazzini? Il Covid è particolarmente pericoloso per i più anziani. Doveroso fare una vaccinazione di massa per loro. Ma con bambini e ragazzini serve la massima prudenza. Vedo troppa superficialità e troppa ideologia su questo tema. Vorrei un dibattito serio, senza preconcetti e pregiudizi, su questo: è giusto in nome della ricerca dell’immunità di gregge vaccinare in massa i più giovani anche in assenza di certezze empiriche sulle possibili conseguenze? La risposta non è semplice. Ma forse Geppetto saprebbe come rispondere.
Lo ha scritto su Facebook Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia.
“è giusto in nome della ricerca dell’immunità di gregge vaccinare in massa i più giovani anche in assenza di certezze empiriche sulle possibili conseguenze?” Assolutamente no, ma siamo in un gerontocomio globale, comandano solo i vecchi.