Covid, Montaruli-Marrone (FdI): italiani all’estero ostaggio di burocrazia iniqua

Il certificato di avvenuta vaccinazione usato per le partenze verso alcuni Paesi non sarebbe valido per il rientro dai medesimi in Italia a causa di indicazioni poco chiare da parte del nostro Governo. Solo qualche giorno fa alcuni Italiani di rientro dalla Moldavia avrebbero subito un ingiusto calvario nonostante avessero in mano la stessa documentazione di avvenuto vaccino della partenza, biglietto aereo in regola e l’autodichiarazione di disponibilità a effettuare il test entro 48 ore dall’ingresso. Il caso è recente e risale al 14 giugno, i passeggeri italiani sono stati bloccati in aeroporto prima della partenza. La normativa per il rientro è contraddittoria e lesiva perché crea disuguaglianze nei diritti dei cittadini italiani che, paradossalmente, si possono recare all’estero liberamente se vaccinati in Italia, ma non possono rientrare altrettanto liberamente in Italia sulla base di un certificato rilasciato da quest’ultima. Inoltre, una volta rientrati in Italia sono obbligati a sottoporsi a un isolamento fiduciario per 10 giorni ed effettuare poi un secondo tampone. Ci uniamo dunque alle richieste del Codacons di qualche giorno fa: il Governo ponga fine a una disparità di trattamento assurda che penalizza l’Italia e i suoi cittadini.
Si faccia chiarezza affinché gli italiani all’estero non siano ostaggio di una burocrazia contraddittoria, penalizzante e iniqua”, così la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e l’assessore alla regione Piemonte Maurizio Marrone.

Qui il post per fare chiarezza sulla situazione.

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