“Alcuni giorni fa la notizia delle gravissime affermazioni di Piero Vereni, professore di antropologia all’Università di Tor Vergata, nei confronti di Bettino Craxi: “sono state evidentemente troppo poche e gli insulti pure. Dovevamo fare di più”, ha detto Vereni che nel 1993 era uno studente neolaureato e tra i componenti della folla accalcata all’esterno dell’hotel Raphaël che lanciò le monetine contro il leader del Psi. “L’uccisione rituale del sovrano è una pratica comune a tutte le culture, di tutti i tempi. Quella sera, per parlare spiccio, stavamo facendo fuori il re, e in questo non c’è nulla di male o di sbagliato”. E ancora: cosa sarebbe successo se lo avessimo fatto a pezzi sul serio, se l’avessimo magari mangiato a brani (era grande e grosso, ce n’era per tutti)?”
Secondo Vereni quel giorno bisognava avere il coraggio di andare fino in fondo, ammazzare Craxi “gettare le sue (mi immagino lunghissime) budella sulla porta del Raphaël e trascinarle fino al Parlamento”…
Ci chiediamo se un professore universitario, che ha tra i suoi compiti quello di educare i giovani, possa esprimersi in questi termini di odio e violenza.
Nell’interrogazione al Ministro dell’università e della ricerca, Maria Cristina Messa, si chiede d’intervenire sull’Ateneo e se vi siano gli estremi chiedere la sospensione cautelare del docente”.
E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di FdI.