Crisi in Venezuela: esplode emigrazione verso Colombia

Il dato sconvolgente dice che nel 2014 la Colombia ospitava sul suo territorio nazionale 130.000 migranti stranieri di diverse nazionalità. Oggi, nel primo trimestre 2019, solo provenienti dal Venezuela sono stati accolti 1.260.594 migranti. E nessuno avrebbe mai potuto immaginare qualche anno fa che i ricchi venezuelani, quelli che teoricamente dovrebbero nuotare nei petrodollari, quelli che pagavano i salati più alti dell’intera America Latina, quelli che avevano città che sembravano tutte piccole Parigi, si ritrovassero a camminare verso il confine con la Colombia con un bagaglio sulle spalle, e i figli attaccati alla gonna, alla ricerca di una speranza di vita che non sia solo povertà estrema e degrado. La “cura” Maduro, direttamente mutuata dall’utopia di Chavez. Un paio di decenni capaci di distruggere un’economia florida e di portare nel baratro della guerra civile uno dei Paesi più invidiati al mondo.
“Se la situazione non cambia e continua la dittatura di Maduro, entro la fine del 2019 potremmo toccare i due milioni di migranti solo dal Venezuela”, afferma il direttore della Migrazione Colombia, Christian Kruger, in un’intervista rilasciata a El Mundo. A questi numeri si dovranno poi aggiungere il mezzo milione di colombiani che hanno vissuto in Venezuela e ora sono costretti a tornare, così come i venezuelani che attraversano quotidianamente il confine, avanti e indietro, per far scorta di prodotti di base, oppure per andare in ospedale dove potersi far curare, o magari semplicemente per studiare.
Non è molto diversa la situazione se si prende in esame il confine con l’Equador piuttosto che quello con la Columbia. Nel 2013 erano stati 2.300 i venezuelani che avevano passato il confine, lo scorso anno sono stati più di un milione, riferisce sempre Kruger. “Per quanto riguarda la Carta per la mobilità delle frontiere, che abbiamo emesso in modo che i migranti possano entrare o uscire dagli otto posti di controllo esistenti, abbiamo già concesso 3.294.404 visti. Ora stiamo immaginando una sorta di assicurazione nel caso in cui si verifichi un conflitto interno e molti debbano partire, la stragrande maggioranza dei quali senza passaporto.”
Se vivi in Colombia oggi, con la situazione molto pesante che si è venuta a creare, non avrai certo la necessità di consultare i dati ufficiali per renderti conto di come il numero di venezuelani in arrivo sia in continua crescita. Ogni giorno ci sono più venezuelani con cappelli, giacche o magliette con la bandiera del loro paese, da soli o in piccoli gruppi, spesso accompagnati da bambini piccoli, che provano a vendere ciondoli agli angoli, o a svendere qualche ricordo di famiglia, o al limite che provano a ottenere qualche soldino cantando e ballando. Sono talmente tanti e affamati che in poco tempo hanno completamente scalzato i mendicanti locali.
Tutto questo è una terribile sfida per la Colombia, dove non si può dimenticare che il 7% della popolazione sopravvive in condizioni di miseria e il 27% è al di sotto della soglia di povertà. Ospitare tutta questa gente è un impegno senza precedenti e la loro presenza è destinata a influenzare ogni aspetto dell’economia. Secondo Juan Daniel Oviedo, direttore del DANE (dipartimento di statistica) l’anno scorso c’erano 758.000 che si erano organizzati per vivere in baracche o comunque alloggi fatiscenti e pericolosi, affiancandosi così alla già presente gran massa di poveri colombiani, anche loro alloggiati malamente, e con le problematiche tipiche di tutti i poveri, malnutrizione per i bambini, recrudescenza di malattie gravissime come i tumori e di altre aggressive come l’HIV. Per questo e non solo il governo di Ivan Dunque sostiene la fine dell’era Maduro, un nuovo presidente come Juan Gaido, e libere elezioni in tempi brevi. E non solo a causa dell’invasione di migranti in corso, ma anche per i tentativi prima del regime di Chavez e ora di quello di Maduro, di destabilizzare proprio la Colombia. In tutto il caos creato dal Venezuela e dal suo regime, si rafforza anche l’ENL , L’Esercito di liberazione Nazionale, una organizzazione di guerriglia insurrezionale rivoluzionaria marxista che opera in diverse aree del Paese dal 1964, dando non pochi grattacapi al governo centrale.
Durante l’ultima riunione di Lima, che si tiene il Venerdì nella capitale peruviana, il ministro colombiano degli affari esteri, Carlos Holmes Trujillo, ha rivelato rapporti di intelligence confermano la vicinanza tra settori dell’apparato di Maduro, con quelli dell’organizzazione terroristica, con tanto di piani di attentati per togliere di mezzo il presidente della Colombia. Il ministro ha mostrato un video per provare il supporto logistico, finanziario e territoriale offerto dai Chavisti all’installazione dei campi di addestramento dell’ELN. Fonti militari, nel frattempo, hanno confermato al mondo la presenza della dirigenza del ELN in Venezuela e membri del gruppo di guerriglieri stanno occupando i feudi e le imprese illegali, estrazione mineraria soprattutto illegale e il contrabbando di prodotti diversi, che in precedenza era gestito dalle FARC nelle regioni di confine del paese vicino.

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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