“Mentre le grandi potenze si sfidano per il dominio del mondo, incuranti della sorte dei più deboli, continua a scorrere il sangue innocente dei cristiani. L’ultimo tragico esempio è la strage alla chiesa di Sant’Elia a Damasco, dove fedeli inermi sono stati massacrati solo per la loro fede. In Medio Oriente e in Africa, dalla Siria al Libano, dalla Cisgiordania fino al cuore del continente africano, l’odio verso i cristiani cresce ogni giorno. Donne, sacerdoti, bambini, anziani: la violenza contro di loro è ormai una triste normalità. E non è un caso se i cristiani sono i più perseguitata al mondo. In Siria, ancora devastata da dieci anni di guerra, governano coloro che marchiavano le case dei cristiani per identificarli e ucciderli scientificamente. Eppure, di fronte a tutto questo, l’Unione Europea resta immobile. Mi chiedo: cosa dobbiamo aspettare ancora per agire? Quante altre chiese dovranno essere profanate, quanti altri bambini dovranno morire, prima che la Commissione trovi il coraggio di difendere i cristiani? Siamo l’Europa, bene: dimostriamolo. Difendiamo coloro che con noi condividono le radici su cui l’Europa stessa si fonda. Perché se restiamo in silenzio ancora a lungo, quei cristiani scompariranno uno a uno, anche per colpa nostra.”
Così Paolo Inselvini, Eurodeputato FdI-ECR nel dibattito sulla necessità urgente di proteggere le minoranze religiose in Siria in seguito al recente attacco terroristico contro la chiesa di Mar Elias a Damasco, durante la Plenaria di Strasburgo.