Cristiani sotto attacco nella “cattolica” Francia: l’eutanasia dei valori occidentali

Per secoli, i Re di Francia hanno difeso la Chiesa e la Cristianità. A lungo, furono la spada di Dio. “Figlia prediletta della Chiesa”, così fu definita la Francia a seguito della conversione di Clodoveo I, nel 496.

Poi arrivò l’Illuminismo, con il suo materialismo anticlericale ed il genocidio dei cattolici della Vandea. “Cittadini repubblicani, non c’è più nessuna Vandea! È morta sotto la nostra sciabola libera, con le sue donne e i suoi bambini. L’abbiamo appena sepolta nelle paludi e nei boschi di Savenay. Secondo gli ordini che mi avete dato, ho schiacciato i bambini sotto gli zoccoli dei cavalli, e massacrato le donne che non partoriranno più briganti. Non ho un solo prigioniero da rimproverarmi. Li ho sterminati tutti…”, questo il resoconto del generale François Joseph Westermann  inviato al Comitato di salute pubblica dopo la Battaglia di Savenay, nel dicembre 1793. Sono passati più di 200 anni da quei drammatici momenti, eppure la Francia sembra oggi tornare a vivere quel Terrore.

Chiese prese di mira in tutto il Paese, devastate e profanate.

Anche le grandi cattedrali, patrimonio storico e culturale della Nazione, vengono colpite. Nel 2013 la cattedrale di Nantes fu profanata ed imbrattata di scritte e nel 2014 fu la volta della chiesa del sacro Cuore a Parigi. «Evviva la Commune», questa una delle frasi più utilizzate sui muri, con riferimento alla Comune di Parigi che, appunto, governò la città all’epoca della Rivoluzione, tra il 1789 ed il 1795. Nel solo 2017, secondo quanto riportato dal quotidiano Le Figaro sono state profanate e devastate ben 878 chiese cattoliche e protestanti. Nel 2018, dati del Ministero degli Interni francese ci dicono che le azioni contro i cristiani sono state 1063 (http://www.occhidellaguerra.it/francia-cristiani-attacco/.) Nel primo mese del 2019, gennaio, sono stati già 66 gli attacchi secondo quanto dichiarato da Laurent Wauquiez, leader del partito repubblicano che parla apertamente di atti anti-cristiani.

Furti di ostie, occupazioni di sinistra e migranti

A Notre-Dame di Digione, famosa chiesa della Borgogna, risalente al secolo XIII, uno sconosciuto è entrato, ha rubato le ostie consacrate dal tabernacolo e le ha gettate a terra, devastando poi il presbiterio. Saint-Sulpice, seconda chiesa per grandezza nella città di Parigi e monumento storico di Francia dal 1915, è stata data alle fiamme così come successo anche alla chiesa di Saint-Pierre, a Neuilly-sur-Seine. La basilica di Saint Denis, patrimonio Unesco, culla della cattolicità francese e occidentale nella quale sono sepolti i sovrani francesi dal X secolo al 1789, è stata occupata da un centinaio di uomini e donne, immigrati e attivisti di sinistra, per protestare contro la nuova legge sull’immigrazione clandestina.

Indifferenza e silenzio delle Istituzioni

Secondo l’Osservatorio della cristianofobia, che si occupa di monitorare le azioni compiute contro i cristiani, di episodi simili sono piene le cronache locali ma l’opinione pubblica francese sembra poco interessata e tutto resta avvolto nell’indifferenza e nel silenzio. Nel mese di giugno, il peggiore del 2018, l’Osservatorio ha contato ben 34 episodi anti-cristiani con un aumento del 18,2% rispetto all’anno precedente.

Ci sembra di essere davanti ad una rinnovata, drammatica, furia giacobina. Secondo lo storico Kevin Bosuet, che ha pubblicato un articolo sul periodico Valeurs Actuelles, ripreso in Italia da “La Verità”, dietro gli attacchi ci sarebbero “per lo più fanatici di estrema sinistra, spesso molto vicini a circoli satanisti, così come lobby secolari, femministe e LGBT” ma anche “musulmani fondamentalisti, spinti dal desiderio di diffondere la loro dottrina politico-religiosa”. Nel 2016, proprio per mano di due giovani islamici che avevano preannunciato il gesto sui social network, perdeva la vita Padre Jacques Hamel a Rouen, in Normandia.

La maggior parte degli attacchi resta senza un colpevole e le indagini della polizia non portano quasi mai a risultati concreti.

L’Eutanasia dei valori

Il cardinale Robert Sarah, prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti, in una intervista rilasciata a Il Foglio, qualche anno fa, parlava di “eutanasia dei valori” dell’Occidente. “Si è escluso Dio dalla vita dell’uomo e della società, l’uomo è diventato centro e fine di tutto. Si è perso di vista ciò che è evidente, la legge naturale che è profondamente legata alla morale e alla vita di fede. Queste negazioni della vita stessa si concretizzano nelle leggi approvate da diversi stati occidentali che negano il rispetto sacro della vita, della famiglia naturale, affermando di fatto un relativismo etico e imponendo in modo totalitario una morale completamente contraria alla realizzazione della persona umana”, sostiene il cardinale. “L’occidente europeo (e non solo)”, prosegue, “sta marciando verso una generale eutanasia dei suoi valori fondanti che hanno per secoli illuminato il cammino dei popoli. L’uomo rimane oggi molto ancorato alle sue più basse aspettative di realizzazione, incapace di salire verso Dio, verso il trascendente, scambiando per emancipazione lo scollamento da ogni realtà spirituale. Staccato da ogni visione divina della vita, l’uomo occidentale sta morendo lentamente, perché non alimentato dal divino”.

Quello che accade in Francia, dunque, è un attacco violento non solo alla fede cristiana ma ai valori, alla storia, alla cultura che nel Cristianesimo affondano le radici, in un Paese nel quale il numero degli immigrati è altissimo e che ha perso completamente la sfida dell’integrazione.

L’Occidente muore

È quella morte dell’Occidente di cui si parla, ormai, da decenni e che drammaticamente sembra sempre più concretizzarsi. Complice, certamente, una certa cultura politica che ha sempre visto nella tradizione qualcosa da annientare.

Le croci vengono tolte dalle aule pubbliche o distrutte, le chiese vengono vandalizzate e date al rogo, nel mondo sono 300 milioni i cristiani perseguitati eppure in Europa si parla solo di “islamofobia” ed è sempre più preoccupante la sudditanza verso certe ritualità e culture lontanissime dalla nostra. Qualche settimana fa, incredibilmente, Papa Francesco suggeriva di vendere le chiese, se vuote.

Quello che si sta compiendo è un tentativo di cancellazione di qualsiasi legame, di “livellamento” identitario: un mondo senza storia, senza spiritualità, senza confini. “È più facile dominare chi non crede in niente. Ed è questo il modo più sicuro di conquistare il potere”, dice Gmork ad Atreju, piccolo eroe della Storia Infinita di Michael Ende. Ed è proprio questa verità che ci spinge ancora a combattere. Non cederemo le nostre chiese, non le venderemo, noi le riempiremo di nuovo. Faremo fronte contro il Nulla che avanza, baluardo della civiltà cristiana e occidentale contro chi spera di costruire un mondo senza Dio, senza Patria e senza famiglia.

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