Cristoforo Colombo, l’eroe che unisce l’Italia e l’America

C’è un filo che attraversa cinque secoli di storia e arriva fino a oggi: è la rotta di Cristoforo Colombo, l’uomo che osò spingersi oltre l’orizzonte. Oggi, 533 anni dopo quel viaggio, l’Italia e gli Stati Uniti tornano a celebrarlo insieme, nel segno della civiltà occidentale che egli contribuì a fondare.

La Giornata nazionale di Cristoforo Colombo, istituita nel 2004, è stata ricordata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni con parole che sono molto più di un tributo storico: «Il viaggio di Colombo ha gettato le fondamenta di quel legame indissolubile che unisce le due sponde dell’Atlantico, Europa e America, e che rappresenta il nucleo di ciò che definiamo Occidente». È una frase chiave, che riassume un intero pensiero politico: l’Occidente non è solo un luogo, ma una comunità di destino fondata su valori da difendere — la libertà, la fede, la famiglia, l’identità.

Ed è proprio su questa linea che Donald J. Trump, tornato alla Casa Bianca, ha rilanciato la celebrazione del Columbus Day come festa federale americana, firmando una proclamazione che restituisce onore al grande navigatore genovese. «Italiani, siamo tornati», ha detto il presidente, annunciando anche la restaurazione delle statue vandalizzate durante le proteste del 2020 — simboli decapitati da una follia iconoclasta che, in nome della “cancel culture”, voleva cancellare la storia.

È il segno di un’epoca che si chiude e di un’altra che si apre: la stagione del disprezzo per la civiltà occidentale lascia il posto alla stagione del suo orgoglio. Il gesto di Trump non è solo politico, ma culturale: riporta in vita le statue di Colombo, ma anche l’idea stessa di un’America che non chiede scusa per i suoi padri fondatori. Un’America che guarda a Roma, a Genova, a Firenze — alle radici europee da cui è nata.

Come ha scritto Formiche.net, la decisione di Trump “è il sigillo dell’unione tra Usa e Italia”, un segnale di convergenza non solo storica ma valoriale. Lo stesso presidente americano ha definito Colombo “un titano dell’Era delle Esplorazioni, un gigante della civiltà occidentale”. E Giorgia Meloni ha risposto con pragmatismo e orgoglio: “La storia non si cancella”. Parole che suonano come un manifesto dell’Italia che rivendica la propria identità, senza complessi né revisionismi.

La comunità italo-americana, oggi più forte che mai, rappresenta l’anello vivente di questo legame. Nel 50° anniversario della National Italian American Foundation, a Washington, si celebrerà la Regione Lazio come “Regione d’onore 2025”, con la partecipazione della Banda dei Carabinieri e delle Frecce Tricolori. Un riconoscimento che va oltre la cerimonia: è il simbolo di un Occidente che torna a credere in sé stesso.

Difendere Colombo oggi significa difendere un’idea: quella di un uomo libero che sfida l’ignoto, di una civiltà che non chiede perdono per la sua grandezza, di un popolo che non si piega davanti al conformismo iconoclasta. L’Italia e l’America, insieme, sono ancora quella rotta verso Occidente che iniziò con una vela e un sogno.

E mentre qualcuno ancora vuole abbattere le statue, altri — finalmente — tornano a costruirle.

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