Criteri di distribuzione del PNRR, duro attacco di Speranzon al Governo: “Accettato debiti e cedute sovranità e capacità di decisione politica per vedere solo pochi spiccioli in Veneto”

“Ci siamo fatti carico di nuovi debiti che pagheranno le generazioni future, abbiamo ceduto parte della nostra capacità di autodeterminazione accettando di condizionare future riforme su fisco, giustizia, previdenza ed economia volute dall’Europa e non necessariamente dagli italiani, e in cambio i veneti si trovano con bandi che erogano una parte infinitesimale dei fondi del PNRR ai nostri comuni”: duro attacco del capogruppo di Fratelli d’Italia, Raffaele Speranzon, nel corso del dibattito di oggi in Consiglio Regionale sulla risoluzione approvata dai gruppi consiliari per chiedere la revisione dei criteri di distribuzione dei fondi del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza.
Ad accendere le preoccupazioni dei consiglieri è stato il recente esito del bando della “Rigenerazione Urbana 2”, che ha visto premiati solo cinque comuni veneti mentre gran parte delle risorse sono state destinate ad altre regioni: “C’è grande preoccupazione per il futuro: non solo il governo Draghi con questo bando ha discriminato la nostra regione, ma in prospettiva non ci rassicura per niente questa modalità di gestione delle risorse, che sono peraltro debiti che lasciamo alle future generazioni”, ha spiegato Speranzon. “Il Governo ha accettato vincoli enormi sulle politiche nazionali di sviluppo. In più, queste risorse andranno a comuni che forse non hanno nemmeno la capacità e le strutture necessarie per gestirle, con la conseguenza di enormi sprechi di denaro e di opportunità non colte che ricadranno su tutti gli italiani. Se non si modificano i criteri di ripartizione dei fondi PNRR, in particolare l’indice di vulnerabilità sociale che penalizza i comuni veneti, sarà difficilissimo uscirne. Questi criteri erano stati fissati dal governo Conte 2 ed è stata disattesa la speranza che ci fosse discontinuità visto l’arrivo del governo “dei migliori” “.
In chiusura, un’osservazione strettamente politica: “C’è grande amarezza nel constatare che nonostante l’autorevolezza dei rappresentanti veneti in seno alla maggioranza che sostiene il governo Draghi questa non abbia alcun peso nelle determinazioni del governo: per questo governo la questione veneta non è tema di interesse e quindi può essere ignorata e discriminata”, conclude Speranzon.

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