Bambini strappati: FdI presenta interrogazione sul caso della bambina disabile tolta senza motivo ai genitori

Il senatore Fazzolari di Fratelli d’Italia ha depositato un’interrogazione al ministro della Giustizia Marta Cartabia sulla vicenda della bambina disabile, che nel 2017 fu tolta ai genitori accusati di non essere in grado di occuparsene. La bambina invece era nata con una grave disabilità che non era né riconosciuta né diagnosticata, e i servizi assistenziali della zona hanno accusato i genitori di quel ritardo nella crescita psicofisica della piccola, che invece era causato dalla lissencefalia. Accuse superficiali e sommarie, non corredate dagli opportuni accertamenti clinici che avrebbero, certamente, dipanato ogni dubbio, oltre a consentire un intervento terapeutico al fine di alleviare la sua patologia. Nonostante un incontro nel settembre 2017 tra i vari medici e il responsabile di comunità – da cui si comprende chiaramente che il ritardo nella crescita psicofisica non sia addebitabile ai genitori – le accuse ai genitori proseguono ancora più incalzanti.

“Dalle carte del contenzioso giudiziario messo in essere dall’avvocato Rita Ronchi emerge – dichiara Fazzolari – che i servizi sociali non potevano non sapere di cosa realmente soffrisse la piccola e che, in ogni caso dal settembre 2017 il ritardo patologico non era determinato da incuria. Ciò nonostante hanno obbligato per due anni la famiglia di andare e venire da Bologna a Pesaro, tutti i fine settimana per poterla vedere”.
Nel settembre 2019 infatti il cambio di difesa e la rivalutazione critica del caso posta in essere dai difensori (avv. ti Ronchi Rita e Neri Bernardi Nicola) impone al Tribunale di disporre il rientro a casa della minore e di non essere più adesivi alle proposte inaccettabili del Servizio il quale ritenta di proporre una nuova onerosa collocazione comunitaria.

“Gli operatori dei servizi sociali – afferma Fazzolari nella sua interrogazione – invece che lavorare in supporto di questa famiglia monoredditto di operai, hanno deciso di strapparla ai suoi genitori, accusandoli, senza mai riconoscere l’imperdonabile errore che tanta sofferenza ha causato”. Un episodio assurdo, che in un Paese civile non dovrebbe verificarsi, e che la dice lunga sulle varie professionalità in capo a servizi per minori che, troppo spesso, compiono gravissimi errori, che poi si ostinano a non riconoscere.
“Risulta ancora oggi oscuro il motivo per cui il Tribunale non ha provveduto a leggere criticamente le relazioni dei servizi – prosegue Fazzolari – le quali erano intrise di incongruenze logiche anche ad una prima lettura; la vicenda giudiziaria risulta pertanto emblematica e, a nostro avviso, meritevole di ispezione da parte del Ministero della Giustizia presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna in quanto, ad una ritardata ed omessa diagnosi, è corrisposta un’inspiegabile procedura di colpevolizzazione dei genitori naturali”.

“Questo non è purtroppo un caso isolato, e adesso che tutto è stato chiarito diventa necessario appurare le cause che hanno reso possibile l’assurda vicenda di Arianna e le motivazioni che hanno portato i servizi sociali ad accanirsi verso quei genitori, chiediamo pertanto al Ministro interrogato quali misure intenda prendere al fine di evitare che episodi come quello di Arianna possano ripetersi in futuro.

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Letizia Giorgianni
Letizia Giorgianni
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