CsM, Balboni (FdI): una riforma inutile se non dannosa

“La riforma del Consiglio superiore della Magistratura è una riforma inutile se non addirittura dannosa che non affronta e non risolve nessuno dei problemi che sono al centro della discussione sulla giustizia”.

Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, vicepresidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama.

“Con questa riforma – sottolinea Balboni – non si riesce minimamente ad invertire la tendenza che vede al centro lo strapotere delle correnti nella Magistratura. La verità è che gli equilibri all’interno della maggioranza sono talmente precari per cui anche l’emendamento più semplice non trova adeguata considerazione e c’è solo il compromesso al ribasso”.

“La commistione tra potere politico e Magistratura non è stata minimamente affrontata – osserva Balboni – e se vogliamo essere precisi dovremmo parlare di commistione tra i vertici del Pd e quelli di una certa componente all’interno della magistratura stessa. Il sistema elettorale di questa riforma rafforza in realtà la possibilità di accordi tra le correnti senza che il loro strapotere possa essere tolto di mezzo”.

“Anche la blanda disciplina per porre un freno al fenomeno delle porte girevoli non risolve il problema, chi si candida in politica, a prescindere se venga eletto o meno – conclude Balboni – si schiera e perde quella imparzialità che dovrebbe avere agli occhi del cittadino per cui non dovrebbe più avere la possibilità di tornare ad esercitare il potere giurisdizionale. Ma se si guarda all’art. 21, che aumenta i componenti del Csm da 24 a 30, quando il Parlamento ha ridotto il numero dei propri componenti, si capisce quale sia il vero intento di questa riforma”.

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