In un’incredibile dimostrazione di negazione della realtà, il regime socialista guidato da Miguel Díaz-Canel ha affermato pubblicamente che a Cuba non esiste la povertà. Secondo la ministra del Lavoro e della Sicurezza Sociale, Marta Elena Feitó Cabrera,
“A Cuba non ci sono mendicanti. Quelli che vediamo per strada sono persone travestite da poveri.”
Una dichiarazione che ha suscitato indignazione sia all’interno che all’esterno dell’isola, specialmente alla luce di uno studio dell’Osservatorio Cubano per i Diritti Umani, il quale ha stimato che l’89% delle famiglie cubane vive in povertà estrema.
Il volto nascosto del socialismo: povertà negata, ma evidente.
Come in ogni regime socialista, la retorica ideologica prevale sui fatti. Le dichiarazioni della ministra non solo ignorano la realtà vissuta quotidianamente da milioni di cubani, ma arrivano a criminalizzare la sopravvivenza.
Secondo Feitó Cabrera, “Chi chiede l’elemosina, pulisce parabrezza o cerca cibo tra i rifiuti… ha semplicemente scelto un modo facile di vivere e forse userà quei soldi per bere.”
La ministra ha persino dichiarato che coloro che rovistano tra i rifiuti non sono poveri, ma “recuperatori di materie prime” e lavoratori autonomi illegali.
Nel frattempo, la popolazione cubana affronta anche gravi problemi energetici. L’isola ha vissuto nelle ultime settimane interruzioni elettriche giornaliere, in alcune zone superiori alle 12 ore consecutive, a causa dell’obsolescenza delle centrali termoelettriche, della mancanza di carburante e di una cattiva gestione cronica. Le autorità cubane hanno dovuto riconoscere che la capacità di generazione dell’elettricità è oggi ben al di sotto della domanda nazionale, aggravando ulteriormente le condizioni di vita dei cittadini, già duramente colpiti dalla carenza di cibo, medicinali e trasporti pubblici.
Il caso cubano è l’ennesima prova concreta di come i governi socialisti portino solo povertà, repressione e disinformazione. Mentre il popolo sopravvive tra blackout, razionamenti e disperazione, il potere continua a negare l’evidenza e a glorificare un sistema economico fallito. Cuba non solo soffre la miseria materiale, ma anche quella morale: quella di uno Stato che umilia i propri cittadini raccontando che tutto va bene, mentre tutto crolla.