Intervenendo in merito al tour in otto città italiane di Mariela Castro Espín, la figlia di Raùl Castro, per tenere lezioni su “diritti umani e diritto di famiglia”, il Sen. Terzi (FdI) ha dichiarato che si tratta di una bassa operazione di propaganda di regime volta a mettere in ombra le gravissime violazioni e i crimini castristi che affliggono Cuba da 63 anni. A farne le spese è la popolazione, costretta a vivere sotto il pugno di ferro di Fidel Castro prima e del fratello Raùl poi, oppressa oggi dal dittatore Miguel Díaz-Canel, completamente manovrato da Raul Castro.
Gli “insegnamenti” sui diritti umani di Castro Espín dovrebbero essere convalidati dalle prove e dalle testimonianze di centinaia di rifugiati politici cubani in Italia e in Europa che dimostrano un’effettiva attività tesa a mutare una condizione sempre più insostenibile e inammissibile. Tuttavia, sappiamo fin troppo bene che non esiste il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, dei diritti civili, politici e sindacali, della libertà di informazione, della libertà di credere e di non credere, delle libertà di riunione e di espressione. Il regime attua un pluralismo di facciata che si inserisce in un perimetro anti-democratico saldamente controllato dal Partito Comunista di Cuba.
Terzi ha evidenziato come il tour, organizzato dall’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba e sostenuto dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), Arci e Arcigay, rappresenti un tentativo di attacco alla democrazia italiana, così come denunciato dalla diaspora cubana attraverso l’Alleanza Iberoamericana Europea contro il Comunismo (AIECC) e il Consiglio Europeo-Cubano, una coalizione di dissidenti in Europa per la libertà dell’isola.
Dopo aver organizzato un evento al Senato sulla situazione a Cuba con alcuni dissidenti e rifugiati cubani, Terzi ha concluso ricordando che ad oggi in Europa sono presenti 1.057 prigionieri politici, un numero aumentato bruscamente dopo le proteste scoppiate nell’isola caraibica nel luglio 2021 e documentato dall’ONG spagnola Prisoners Defenders.