Cultura, Giuli: “MiC non è nemico della lettura, Piano Olivetti avvicina centro e periferie”

“Le istituzioni e in particolare il Ministero della Cultura non sono un nemico giurato del libro e della lettura, cosa che negli ultimi decenni ha cominciato a permeare il discorso pubblico. L’impressione che si è avuta, secondo me non del tutto corretta, è stata quella di un disinteresse generale per la filiera dell’editoria, per l’accesso alla lettura e per l’importanza delle biblioteche come presidi di civiltà”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, intervenendo al Goethe-Institut di Roma all’incontro “Lettura, sviluppo e azioni di sistema. Leggere in Europa: buone pratiche e politiche attiva per la promozione della lettura”.

L’evento è parte del programma Passaparola 2024, la manifestazione annuale promossa dal Forum del Libro presieduto da Chiara Faggiolani. Con il recente decreto Cultura, “che abbiamo centrato volutamente sul concetto di Piano Olivetti, facciamo innanzitutto una grande mappatura di quella definita la ‘siccità culturale’ nelle periferie e metropolitane e nella aree interne e svantaggiate – ha aggiunto Giuli -. I soldi non sono abbastanza naturalmente e avremmo voluto fossero di più, però l’obiettivo è quello di organizzare una missione per inquadrarli in una prospettiva, partendo dall’idea di accorciare la distanza tra centro e periferia, tra centro e zone interne isolate dal punto di vista geografico e infrastrutturale”.

Insomma, sottolinea Giuli, “dare un segnale di visione attraverso la nascita di una struttura di missione, chiamata appunto Piano Olivetti, nel contesto di un decreto in cui tutti gli articoli sono scritti per riconnettere il tessuto civico e dei saperi all’interno di una visione di prospettiva”. Rimarca il titolare del MiC: “Bisogna prendere atto di quelle che sono le esigenze dei territori e cominciare a trasformare l’idea della lettura da momento di privilegio in uno strumento di accesso nei saperi condiviso, sulla base di un rapporto tra cosa pubblica e territorio. L’obiettivo è quello di riattivare delle energie esistenti ma latenti all’interno di aree precise, dove il rapporto tra pubblico e privato può diventare non soltanto la soluzione ad alcuni problemi reali di luoghi in cui le biblioteche o non esistono o sono diventate delle sale lettura svuotate dalla presenza umana, ma possa creare modelli replicabili”.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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