Cultura. Marcheschi (FdI): Salvare il Teatro della Toscana, i problemi strutturali arrivano da lontano

Il senatore di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi ha presentato un’interrogazione al Ministro della Cultura per richiamare l’attenzione sulla tenuta strutturale della situazione economico-finanziaria della Fondazione Teatro della Toscana, patrimonio culturale del Paese, riconosciuto “teatro nazionale” dal 2015.

“La Fondazione, che inizialmente gestiva il Teatro della Pergola di Firenze e il Teatro Era di Pontedera, si trova oggi in una condizione critica – spiega Marcheschi – a causa dell’aumento dei costi di gestione. Una situazione che rischia di compromettere il suo ruolo culturale e la sua tenuta economica.”

Il senatore segnala che, nonostante i contributi iniziali dei soci fossero sufficienti, l’equilibrio finanziario è stato messo a dura prova negli ultimi anni. La presa in carico del Teatro di Rifredi, fortemente voluta dal sindaco Nardella, ha comportato gravosi oneri aggiuntivi per oltre un milione di euro, con costi di personale superiori al 50% del totale. Inoltre, ritardi nei versamenti dei soci hanno costretto la Fondazione a ricorrere a strumenti straordinari per onorare gli impegni retributivi verso i dipendenti.

Preoccupano anche i recenti cambiamenti nella governance: l’uscita della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze dal consiglio di amministrazione ha determinato la necessità di modifiche statutarie urgenti, trasformando di fatto la natura dell’ente da partecipazione mista a interamente pubblica.

“Ho chiesto al ministro Giuli di avviare una verifica amministrativo-contabile sulla gestione della Fondazione, anche alla luce delle fibrillazioni emerse nella governance – osserva Marcheschi – È fondamentale garantire la trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche, tutelare i lavoratori e assicurare la continuità di un presidio culturale imprescindibile per Firenze e per l’Italia intera.”

“Il Teatro della Toscana non può diventare vittima di scelte politiche poco trasparenti e invadenti. È un film dell’orrore già visto. Serve un cambio di passo immediato. La cultura toscana non può rinunciare alla produzione, alla formazione e soprattutto non può essere usata per sistemare persone con i soldi pubblici. Difenderemo il Teatro della Pergola e il suo ruolo nazionale con ogni mezzo nelle sedi istituzionali competenti”, ha concluso il senatore.

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