Pochi giorni fa, la Camera dei Deputati ha approvato un disegno di legge sulla cybersicurezza, con l’astensione di Italia Viva, Azione, Movimento Cinque Stelle e PD e il voto contrario di Alleanza Verdi Sinistra. Un disegno, dunque, che vede il centrodestra unito nella lotta ai reati informatici, con un inasprimento delle pene e l’inserimento di un nuovo reato, “truffa online”. Un disegno di legge che rende fieri il centrodestra e Fratelli d’Italia: “Siamo estremamente soddisfatti – hanno infatti dichiarato Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, e Letizia Giorgianni, deputato di Fratelli d’Italia – per l’approvazione in Aula del ddl sulla Cybersicurezza. Tra le tante importanti – hanno aggiunto – misure previste ce n’è una di cui siamo particolarmente orgogliosi, frutto di un emendamento firmato da tutto il gruppo di Fratelli d’Italia. Al fine di contrastare i crimini informatici e garantire maggiore sicurezza nel comparto dell’e-commerce, prevede l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di ‘truffa online’ con aggravanti per chi commette reati attraverso siti e piattaforme. Per chi si macchia di questi crimini ci sarà la ‘confisca obbligatoria’ degli strumenti informatici come computer, telefonini e tablet, e il sequestro dei beni di proprietà da utilizzare per risarcire le vittime dei reati. Grazie a questa norma diamo un’adeguata risposta alle richieste tanto attese delle vittime, ponendoci, ancora una volta, al fianco dei cittadini onesti e perbene”.
In memoria di Willy
Un altro testo ha poi attenuto l’approvazione unanime della Camera, una proposta bipartisan che contrasta bullismo e cyberbullismo, introducendo una definizione più accurata di “bullismo”, l’istituzione di un codice di prevenzione e di un servizio psicologico di sostegno in ogni istituto scolastico e fondando la “Giornata del rispetto”, che cadrà il 20 gennaio di ogni anno, in memoria di Willy Monteiro Duarte, il giovane ucciso a Colleferro a calci e pugni mentre cercava di difendere un amico. L’approvazione ha lasciato soddisfatta anche il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella, la quale ha sottolineato che “il voto unanime sulla legge per il contrasto del bullismo e del cyberbullismo è un ottimo segnale. La crisi educativa che investe i nostri giovani da un lato, e la pervasività delle nuove tecnologie dall’altro – ha aggiunto –, impongono attenzione e impegno contro un fenomeno particolarmente odioso perché incide sul disagio delle giovani generazioni. Continueremo a profondere su questo tema il massimo impegno”.
Sempre più giovani online: la prevenzione di Fratelli d’Italia
Impegno ravvivato dalla maggioranza grazie a un nuovo disegno di legge, presentato dalla senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni al Senato e da Marianna Madia del PD alla Camera. Un lavoro bipartisan che mira ad affrontare un tema purtroppo molto attuale. Da membro della Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, Mennuni aveva infatti già spiegato, nelle scorse settimane, come fosse necessario “agire per contrastare le nuove insidiose dipendenze giovanili verso gli schermi e contenuti dagli effetti devastanti come la cyberpornografia. Abbiamo avuto modo durante la discussione del decreto Caivano di affrontare il tema dei grandi pericoli cui i giovanissimi sono esposti tramite i cellulari tra cui spiccano i contenuti pornografici e violenti ma anche disturbi del sonno, accanto all’obesità indotta dalla sedentarietà. Sui giovani l’uso e abuso dei social è inoltre fra le cause d’ansia e depressione, il tutto dinanzi a genitori spiazzati che non hanno gli strumenti per tutelarli”. Un “quadro allarmante”, visti i dati pubblicati ieri dall’Istat in merito a un’indagine condotta su bambini e ragazzi per l’anno 2023: è stato infatti rilevato che l’85% dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 19 anni usufruisce di un profilo sui social network, che il 40% dei giovani sono spesso al telefono e che l’8,4% dichiara di esserlo continuamente, con una percentuale più alta tra le femmine rispetto ai maschi (rispettivamente 54,6% e 43,2%). È chiaro a tutti il pericolo che ne potrebbe derivare, soprattutto in materia di dipendenze, accesso a contenuti violenti o cyberpornografia. La bozza, dunque, tende ad alzare l’età per dare liberalmente il consenso al trattamento dei dati personali senza intercessione dei genitori. Proprio per verificare l’età degli utenti, la proposta richiede l’intervento dell’Agcom che dovrà assicurare “un livello di sicurezza adeguato al rischio e il rispetto della minimizzazione dei dati personali raccolti in ragione dello scopo”.