Da Longanesi a Montanelli, i Conservatori Italiani celebrati in forum della Fondazione An

Un forum a più voci per raccontare l’altra Italia, quella dei conservatori del Belpaese -fino a ieri politici e intellettuali di ‘produzione’ estera, americani e da prima inglesi- di fronte alla Camera, a Palazzo Wedekind. L’occasione è stato il libro di Francesco Giubilei, che si chiama appunto ‘L’Italia dei Conservatori. Storia del conservatorismo italiano dall’antica Roma al governo Meloni’, ospitato per un evento della Fondazione Alleanza Nazionale, di cui Giubilei è direttore scientifico.

In Sala, a prendere parte alla tavola rotonda con l’autore, moderati dalla vicedirettrice del Tg2, Maria Antonietta Spadorcia, sono stati Italo Bocchino, Antonio Giordano, Francesco Rutelli e Nicola Porro. Ad ascoltarli in prima fila, tra gli altri, l’ex premier Lamberto Dini. Con Giordano, vicepresidente di fondazione An e segretario generale di Ecr Party, che ha introdotto i lavori, dopo aver ricordato il conservatorismo già ‘italiano’ con gli antichi romani, si arriva presto a parlare di come oggi quello di Destra venga ostacolato quotidianamente in un modo capillare e sistematico: “Prova di questi giorni- sottolinea- è la vicenda della Le Pen, che subisce il divieto di candidatura, una cosa con davvero pochi precedenti”.

 Si è definito “reazionario” il giornalista Nicola Porro, perché  ha spiegato “oggi non si può certo essere moderati, visto che non ne va bene una, dobbiamo piuttosto essere rivoluzionari”, ha aggiunto, ricordando “da liberale” come ci sono stati governi recenti che “ci hanno chiusi in casa”. A rassicurarlo ci ha pensato Italo Bocchino: “La rivoluzione l’abbiamo già fatta, portando Meloni a Palazzo Chigi, la prima donna leader di governo”. “Una rivoluzione dolce e potente”, ha evidenziato soddisfatto l’ex alter ego di Pinuccio Tatarella.

A rappresentare i “progressisti” c’era l’ex sindaco di Roma e già leader della Margherita, Francesco Rutelli, raggiunto in sala dalla moglie Barbara Palombelli, che ha preso posto tra i tanti parlamentari di Fdi presenti, tra cui Roberto Menia e Guido Liris. Non ha fatto mancare aneddoti e ricordi, nel corso del suo intervento, Rutelli, che per prima cosa si è complimentato con Giubilei “per un’opera che se non monumentale è un lavoro straordinario, utile a tutti, ma certo sei un ‘grande secchione'”. Poi dimostrando di aver letto per bene il volume, ha citatonumerosi passi e autori citati, come Burke “che per me è fondamen

tale”. “Io -ha assicurato alla platea- sono un democratico liberale”, ricordando lo smarrimento al suo primo corteo “eravamo nel ’71, quando invitato da una ragazza partecipai a una manifestazione anti-fascista il cui slogan era ‘Missini, fascisti, assassini, farete la fine di Mussolini'”. Da sindaco poi volli “la lapide di Filippo Tommaso Marinetti e un convegno dedicato a Giovanni Gentile a 50 anni dall’omicidio, non dalla morte”, ha ricordato ancora scandendo bene la parola “omicidio”.  Infine ha preso la parola Francesco Giubilei, che ha concluso l’evento dedicato al suo volume, rivendicando come il conservatorismo italiano ha radici antiche, anche se Longanesi diceva di essere “conservatore in un paese in cui non c’è niente da conservare…”. “In fondo -ha assicurato- anche la Dc era una forza più conservatrice dei suoi dirigenti, per questo l’invito di Montanelli a votarla, turandosi il naso”.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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