Tra le principali manifestazioni culturali della Sardegna, terra ricca di folklore che affonda le sue radici nella storia e nella vita popolare, c’è la cosiddetta Cavalcata sarda, manifestazione dal sapore antico che si svolge ogni anno, di solito nella seconda metà di maggio, a Sassari.
Quella che è senz’altro una vera e propria festa, molto ammirata da locali e dai numerosissimi turisti che vi assistono, consiste in una sfilata (a piedi, a cavallo e sui caratteristici carri locali, detti traccas, decorati con fiori e con oggetti di uso quotidiano), di gruppi provenienti da ogni parte della Sardegna, che indossano il costume tradizionale del luogo di provenienza arricchito da ricami ed elaborati gioielli in filigrana.
Secondo varie fonti, sebbene ci sia stata nel 1711 una sfilata nobiliare in costume per omaggiare il re Filippo V di Spagna, la Cavalcata sarda vera e propria nasce il 20 aprile 1899 in occasione della visita in Sardegna di Umberto I di Savoia e della regina Margherita, programmata per l’inaugurazione, in Piazza d’Italia a Sassari, del monumento a Vittorio Emanuele II. Altre edizioni della manifestazione furono poi organizzate, sempre in occasione di visite di membri della casa reale, nel 1921, nel 1929 e nel 1939.
Dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1951, l’allora sindaco di Sassari Oreste Pieroni volle far rinascere la Cavalcata sarda (inevitabilmente sospesa a causa del conflitto), che proprio da quella edizione, anche per valorizzare turisticamente la città e i dintorni, divenne un appuntamento annuale fisso, nel quale vengono coinvolti sia gruppi di paesi e città di tutta l’isola, sia produttori e venditori di prodotti tipici, con l’aggiunta alla sfilata vera e propria in costume nelle vie del centro, di uno spettacolo di pariglie e figure acrobatiche a cavallo, che si svolge nel pomeriggio all’ippodromo comunale. Non mancano, inoltre, spettacoli di balli e canti tradizionali sardi.L’edizione 2025 della manifestazione, la settantaquattresima, si è tenuta domenica 18 maggio. Come scrive sui social il comune di Sassari, si è trattato di qualcosa di “indimenticabile, fra tradizione, identità e bellezza”.
Una “grande festa che, ogni anno, riunisce nel cuore della città costumi, musiche e identità provenienti da tutta la Sardegna”. La giornata è stata aperta con il corteo mattutino, che ha manifestato “tutta la solennità della tradizione: in testa la Polizia Locale, i Carabinieri a cavallo in alta uniforme, il Gonfalone della città, i tamburini dei gremi (discendenti delle antiche corporazioni di arti e mestieri della Sardegna, ndr), il gremio dei Massai e le bande musicali Giuseppe Verdi e Luigi Canepa. Poi, uno dopo l’altro, hanno sfilato per le vie del centro gruppi folk, maschere tradizionali, cavalieri e coppie a cavallo provenienti da tutta l’isola, dando vita a una straordinaria rappresentazione collettiva della cultura isolana, accolta con calore e partecipazione da un pubblico numeroso”. Subito dopo c’è stato un omaggio alla “bellezza della pace”, con la sfilata di 120 figuranti in coppia con l’abito tradizionale, in rappresentanza di tutti i territori della Sardegna. Nel pomeriggio, all’Ippodromo, l’esibizione delle pariglie ed infine, in Piazza d’Italia, il classico programma di canti e balli tradizionali, “a coronamento di una giornata ricca di entusiasmo e coinvolgimento. Anche quest’anno – conclude la nota – la Cavalcata sarda si è confermata come celebrazione profonda dell’identità dell’isola, della condivisione collettiva e della bellezza che unisce passato e presente”.