Una crescita travolgente, un’affermazione che parla di radicamento, identità e lavoro costante. Azione Universitaria ha conquistato un risultato storico alle elezioni del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU), raddoppiando i propri consensi e diventando, con oltre 29.000 voti, la seconda lista più votata a livello nazionale. Azione Universitaria è passata dal 12% al 19%: un +7% netto (aumento secco di oltre 13.000 preferenze) rispetto alla scorsa tornata che certifica non solo un’espansione numerica, ma soprattutto una maturazione politica e strategica del movimento.
“Abbiamo riportato entusiasmo, presenza sul territorio e credibilità al sindacalismo universitario”, afferma con soddisfazione il presidente nazionale Nicola D’Ambrosio. “Questo risultato è figlio dell’impegno e dell’entusiasmo straordinario dei nostri candidati e militanti, ma anche della nostra capacità di ascoltare e interpretare le reali esigenze degli studenti”. Un entusiasmo palpabile, che – come sottolinea il leader del movimento – ha avuto un impatto decisivo sull’esito finale.
Ma non è solo una questione di numeri. È una crescita politica, culturale e identitaria. Azione Universitaria è stata l’unica lista ad aumentare il numero degli eletti e – insieme a una sola altra lista – l’unica ad aver eletto sia donne che uomini, dimostrando che la parità di genere non è uno slogan, ma una realtà concreta. Fa riflettere, che proprio chi si riempie la bocca di parità, come l’UDU, abbia eletto solo uomini…
Uno degli elementi chiave del successo è stato lo slogan della campagna: “La libertà di cambiare”. Una visione alternativa dell’università, in rottura con lo status quo. “Abbiamo proposto una nuova idea di inclusività – racconta D’Ambrosio – che non fosse solo quella tradizionalmente sbandierata dalla sinistra, ma che includesse con forza e concretezza anche temi spesso ignorati, come il sostegno agli studenti con disabilità o il tutorato alla pari. Temi che gli altri trattano come secondari, ma che per noi sono stati centrali”. Un’attenzione autentica, che ha premiato il movimento, anche perché accompagnata da un’altra battaglia identitaria: la rivalutazione del merito.
“Il merito è stato demonizzato per troppo tempo da una certa sinistra – continua il presidente – come se fosse qualcosa da abbattere a ogni costo. Noi, invece, lo abbiamo rivendicato con orgoglio come principio guida dell’università. E questa visione è stata compresa da tanti studenti che la pensano come noi”.
Dietro questo risultato però, D’Ambrosio riconosce una strategia chiara: il radicamento territoriale. “Abbiamo lavorato università per università, città per città. Oggi AU conta più di 40 realtà”. Un approccio basato sulla presenza reale, sul dialogo diretto con gli studenti, sull’offerta di una proposta ideologica coerente. D’Ambrosio sottolinea come molte realtà locali e indipendenti abbiano deciso di unirsi ad Azione Universitaria, riconoscendone la coerenza, il lavoro sul campo e la forza organizzativa. “Questa è la vera vittoria: non solo i seggi, ma la costruzione di una comunità politica studentesca, forte e convinta. E non ci fermiamo certo qui.”
A differenza di quanto accaduto in passato, come nel caso delle elezioni di novembre alla Sapienza, non c’è stato lo stesso clima. “Non c’è stato lo scontro acceso che abbiamo vissuto in altre università – ha commentato D’Ambrosio – e credo sia stato un bene: quando c’è confronto e non scontro, a beneficiarne sono l’affluenza e, soprattutto, la consapevolezza dei ragazzi su chi stanno votando”.
Un messaggio forte anche sul piano democratico: “Va combattuto l’astensionismo, non l’avversario – ha proseguito – al punto addirittura da volerlo inibire o escludere dall’accesso al dibattito universitario”.
Sul futuro del CNSU, il presidente è chiaro. “La gestione dell’organo è stata deficitaria. Qualcuno crede sia inutile, noi non crediamo sia così. Non a caso siamo entrati con il chiaro obiettivo di restituirgli centralità e ruolo istituzionale.”
In conclusione, le elezioni del CNSU non solo hanno segnato un’importante affermazione per Azione Universitaria in termini numerici, ma hanno soprattutto certificato una rinnovata voglia di partecipazione da parte degli studenti. Una partecipazione che premia l’impegno sul territorio, la chiarezza ideologica e la capacità di fare rete senza cadere in sterili contrapposizioni.