Ddl Capitali. Orsomarso (FdI): approvazione al termine di un lungo processo legislativo. Affrontate le principali debolezze di Piazza Affari

“Bene gli eventi e gli approfondimenti che vedono la partecipazione dei principali stakeholder della finanza e dell’economia, ma vorrei sommessamente ricordare al dottor Donnet il lavoro del Parlamento oltre al fatto che Piazza Affari ha perso negli ultimi 20 anni 360 aziende. L’amministratore delegato di Assicurazioni Generali, una delle principali aziende quotate italiane, oggi in un’intervista al quotidiano La Repubblica rilasciata a margine della sua partecipazione ad un evento organizzato ieri a Milano dallo stesso quotidiano, dichiara che il c.d. DDL Capitali – promulgato giusto ieri dal Presidente della Repubblica – ‘era stato presentato come uno strumento per spingere le imprese a quotarsi in Italia, ma nei fatti rischia di generare l’effetto opposto’. Sempre secondo il dottor Donnet ‘durante la discussione parlamentare sono emerse delle norme che potrebbero avere effetto contrario” e di cui “non si capiscono i benefici ma si capiscono i rischi’”. A dirlo il senatore di Fratelli d’Italia, Fausto Orsomarso, relatore del ddl Capitali.

Il senatore fa notare che “l’approvazione definitiva del c.d. DDL Capitali, avvenuta in Senato qualche settimana fa, è l’atto conclusivo di un lungo processo legislativo che, avviato nel 2020 con l’analisi OECD contenuta nel rapporto “Capital Market Review Italy 2020” recepita dal Libro Verde del Ministero dell’Economia e delle Finanze “La competitività dei mercati finanziari italiani a supporto della crescita”, si è sviluppato tra Senato della Repubblica e Camera dei Deputati a partire dallo scorso aprile”. In particolare, precisa il senatore Orsomarso, “il processo legislativo che ha portato alla definitiva approvazione del c.d. DDL Capitali è stato lungo ed approfondito: le Commissioni referenti di Senato e Camera hanno dedicato circa 50 sedute al provvedimento; sono stati auditi o hanno comunque comunicato le proprie osservazioni oltre 40 soggetti espressione di tutti i molteplici interessi che gravitano intorno al nostro sistema dei capitali; sono stati esaminati oltre 200 emendamenti al testo. L’iter del provvedimento è stato inoltre accompagnato, al di fuori delle aule parlamentari, da convegni e altre occasioni che hanno arricchito il dibattito”.

“Alla luce di questo lungo processo di studio e approfondimento su un sistema il cui mercato di riferimento – Piazza Affari – ha perso negli ultimi cinque anni 55 miliardi di euro di capitalizzazione e, negli ultimi 20 anni, ben 360 aziende, il ddl Capitali ha inteso affrontare le principali debolezze della nostra piazza finanziaria – continua Orsomarso. Si è intervenuti sul c.d. gold plating eliminando le regole più penalizzanti rispetto ad altri mercati europei concorrenti; si sono semplificate le procedure di ammissione alla quotazione; è stata introdotta l’educazione finanziaria nei programmi scolastici al fine di colmare il divario nell’alfabetizzazione finanziaria della popolazione italiana; si sono introdotte importanti novità in materia di svolgimento delle assemblee delle società quotate. Sono questi solo alcuni dei molteplici aspetti di un provvedimento atteso e largamente apprezzato dal mercato e che del resto è stato approvato dal Parlamento a larghissima maggioranza e senza alcun voto contrario”.

Peraltro, spiega Orsomarso, “il Parlamento ha ritenuto di esercitare il compito assegnatogli dalla Costituzione per intervenire su alcuni aspetti, non affrontati dal testo iniziale del provvedimento, ma sui quali – anche alla luce dell’approfondita attività istruttoria sopra richiamata – è apparso necessario un intervento legislativo. In tal senso è stata introdotta la disciplina della c.d. Lista del CDA – fino ad oggi non prevista dal nostro ordinamento – che ne legittima la presentazione, ne definisce il funzionamento in occasione del rinnovo dei consigli di amministrazione delle società quotate e ne garantisce la compatibilità con il sistema del “voto di lista” previsto dal nostro ordinamento”.

In tal modo, chiarisce il senatore di FdI, si è inteso “bilanciare l’interesse all’utilizzo di uno strumento di governance innovativo con l’interesse ad evitarne un utilizzo finalizzato alla mera autoperpetuazione dei cda in spregio ai diritti ed agli interessi degli azionisti stabili che – a differenza di quanto ritiene il Dott. Donnet – sono un patrimonio del nostro sistema di capitali il quale anche grazie alla presenza di tali soggetti (pensiamo al prezioso ruolo svolto dalle fondazioni bancarie) ha potuto superare indenne le gravi crisi dei primi due decenni del millennio. In tal senso riteniamo che la norma, approvata anch’essa a larghissima maggioranza e senza il voto contrario delle opposizioni, avvicini gli investimenti al mercato”.

Infine, conclude il senatore Orsomarso “la delega introdotta all’articolo 19 del provvedimento dà al governo la facoltà di modificare ed aggiornare il Testo Unico della Finanza nel rispetto dei paletti e dei criteri indicati dal legislatore che ha escluso espressamente nel corso dei lavori parlamentari ‘le modalità di elezione degli organi sociali’ dall’ambito della delega”.

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