Iniziato oggi in IX Commissione l’esame del disegno di legge che consente la sperimentazione in campo delle Tecniche di Evoluzione Assistita. Tutelare il Made in Italy, affrontare gli effetti del cambiamento climatico e investire su ricerca e sviluppo in agricoltura: questi gli obbiettivi da conseguire grazie al disegno di legge volto a consentire la sperimentazione in campo di organismi prodotti con le Tecniche di Evoluzione Assistita, che vede come proponente il senatore Luca De Carlo e in discussione da oggi alla IX Commissione – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato.
“È necessario approfondire e valorizzare le possibilità offerte dalle TEA, così come stanno facendo o hanno già fatto altri paesi nel mondo: queste tecniche di miglioramento genetico permettono di ottenere piante più resistenti e possibilmente anche di qualità superiore. Dobbiamo fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico e – allo stesso tempo – soddisfare le richieste alimentari di una popolazione mondiale in crescita: solo migliorando le performance e riducendo le necessità in termini di acqua, fertilizzanti e farmaci possiamo affrontare queste sfide”, sottolinea De Carlo. “C’è poi la tutela dei prodotti italiani, che a fronte delle ricerche in questo campo sviluppate da altre nazioni rischiano di non essere più competitivi sul mercato; si tratta quindi di uno step quasi obbligato che ovviamente sarà affrontato in via sperimentale e con tutte le precauzioni del caso”.
“Ci tengo a chiarire che qui non parliamo di OGM, che prevedono apporti di materiale genetico estraneo alla specie, ma di passaggi all’interno della stessa specie: si potrà ad esempio utilizzare geni di viti selvatiche, più resistenti alla siccità e al maltempo, per migliorare la resistenza delle viti di uva da tavolo o da vino. Niente di diverso da quello che si è fatto per secoli, solo con strumentazioni e metodi di ricerca innovativi e all’avanguardia.
L’uomo ha sempre fatto selezione genetica in agricoltura: con queste tecniche possiamo innovare rispondendo in maniera naturale, ma in tempi più rapidi”, conclude De Carlo.