De Luca e i fondi di Coesione: la vera colpa dei ritardi in Campania è sua!

La nota emessa oggi alla stampa da Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNRR, ha svelato tutto il marcio che si cela dietro la campagna propagandistica di disinformazione messa in atto dal governatore campano Vincenzo De Luca, tale rivelandosi ciò che, invece, era nato per protestare contro presunti ritardi del governo Meloni.

Andiamo per gradi. I presunti ritardi lamentati da De Luca riguardavano i fondi per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), uno strumento che mette insieme risorse nazionali e comunitarie con l’intento di raggiungere una coesione territoriale a livello sociale, economico, infrastrutturale. In pratica, sono fondi destinati a ridurre le disparità territoriali, ad esempio, tra Nord e Sud, tra litorale tirreno e adriatico, tra campagna e zone urbane, tra diverse aree della stessa Regione. Si capisce che l’ambizione di ricevere questi fondi, in condizioni economiche in cui scarseggiano liquidità e disponibilità finanziarie, è abbastanza alta. Tuttavia, è stato costatato che, a livello nazionale, nella programmazione precedente, quella inerente al periodo 2014-2020, è stato speso solo il 34% delle risorse destinate alle amministrazioni locali, in virtù del fallimentare procedimento con cui prima venivano distribuite le risorse e solo dopo venivano scelti i progetti su cui lavorare. È questo il motivo che ha spinto quindi il governo Meloni a intervenire, proponendo un maggior raccordo tra enti destinatari dei fondi, programmazione e risorse nazionali e comunitarie: in questo contesto si inseriscono gli Accordi per lo Sviluppo e la Coesione, uno strumento di pianificazione degli interventi a cui destinare i fondi, di fatto un accordo basato su dialogo e cooperazione tra Regione e governo centrale.

Arriviamo al 14 febbraio, giorno in cui il ministro Fitto, come da lui comunicato, ha incontrato una rappresentanza di sindaci campani, preoccupati per la presunta inadempienza del governo sulla definizione dell’Accordo con la Regione. Nonostante l’incontro, però, i sindaci, capitanati da De Luca, sono scesi in piazza per protestare solo due giorni dopo contro la presunta lentezza del governo. Una protesta senza esclusione di colpi: un corteo non autorizzato, un faccia a faccia tra De Luca e un dirigente della Polizia, spintoni, immancabili intonazioni di “Bella Ciao” e inutili grida al “fascismo”. E, dopo che erano state riferite le parole di Giorgia Meloni rivolte al governatore pronunciate da Gioia Tauro – “Se invece di fare le manifestazioni ci si mettesse a lavorare, forse si potrebbe ottenere qualche risultato in più” -, l’ormai nota ingiuria di De Luca verso il Presidente del Consiglio.

Le notizie che arrivano dal ministero di Fitto, però, svelano tutto ciò che si nasconde dietro alla propaganda del governatore-capopopolo, della serie “e qui casca l’asino”. Proprio quel 16 febbraio, infatti, Fitto ha chiesto alla Regione Campania di inviare al governo la lista degli interventi da completare, essenziale requisito per l’iter di riscossione delle risorse. In altre parole, mentre De Luca protestava contro la lentezza nel ricevere i fondi, nascondeva che quella lentezza era provocata solo ed esclusivamente dalla sua stessa inadempienza. Le parole di Fitto sono dunque chiare: “Paradossalmente – ha infatti detto il ministro – sarebbe stato più opportuno che i sindaci, quel giorno, si fossero riuniti a Napoli per sollecitare la Regione ad inviare al Governo la documentazione necessaria…Ciò forse avrebbe portato la Regione ad anticipare la trasmissione della lista degli interventi da finanziare, lista che invece è stata inviata solo ieri sera, consentendoci di iniziare l’istruttoria non prima di oggi”.

L’adempimento dell’invio si rendeva altresì necessario poiché la Regione Campania può vantare uno stato di avanzamento della spesa FSC inferiore al 50%, cifra che si abbassa al 24% se si considera il solo ciclo di programmazione 2014-2020. Nonostante tutto, però, pare che la Regione Campania guidata da De Luca abbia continuato a nutrire quella messa in scena del governatore, inviando la lista di adempimenti solo il 29 febbraio e, quindi, alimentando ancora di più il suo colpevole ritardo, rendendo possibile l’avanzamento dei lavori non prima della giornata di ieri, 1 marzo. Un ritardo, in pratica, di ben due settimane (partendo il conteggio dalle sollecitazioni di Fitto).

È pacifico, comunque, che i quasi sei milioni di euro che spettano all’amministrazione campana non sono in discussione e che è volontà del governo Meloni e del ministro Fitto completare l’operazione nell’interesse esclusivo dei cittadini campani: “Confermo – ha infatti rassicurato Fitto – l’impegno del Governo a fare tutto il necessario per venire incontro alle esigenze dei territori, ed a procedere, anche in Campania come sta avvenendo con tutte le altre Regioni, alla definizione degli Accordi per la Coesione”. Tuttavia, sarebbe bene ottenere da De Luca quella serietà, quantomeno istituzionale, che compete a un Presidente di Regione: in certi metodi burleschi, messi in atto al solo scopo di creare scompiglio e sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalla propria negligenza, non si riconoscono certo i cittadini campani, nel cui interesse De Luca dovrebbe lavorare. Il tutto, nel tacito assenso del suo partito.

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