Dallo scoppio della guerra in Ucraina, o meglio dall’invasione russa dell’Ucraina, al di là di alcune posizioni di facciata, sono stati numerosi i distinguo che hanno caratterizzato alcune parti politiche, in special modo quelle che ora sono all’opposizione. E che, per inciso, erano in maggioranza un anno fa quando l’Italia ha votato il primo invio di armi all’Ucraina. Le poche voci, nel PD e soprattutto nei cinquestelle, sono aumentate nel corso delle settimane, per poi moltiplicarsi all’istante un minuto dopo le elezioni.
Forza, evidentemente, della coerenza…
Quella del Movimento 5 stelle è ormai una posizione netta, che non nasconde più il fastidio per l’appoggio dell’Italia all’Ucraina, mascherandolo con un pacifismo d’antan che rivendica il mancato sforzo diplomatico alla base del conflitto. Ora, a dar loro manforte, è arrivato nientepopodimeno che Domenico De Masi, che ha reso edotti gli italiani del substrato culturale alla base delle posizioni politiche dei cinquestelle.
De Masi, è bene ricordarlo, gioca un ruolo importante, forse fondamentale, nella costruzione dell’ideale grillino. Professore ordinario di sociologia del lavoro presso La Sapienza di Roma, è il direttore della scuola del Fatto Quotidiano e, ormai da anni, è un punto di riferimento per il Movimento 5 stelle. Un paio di sere fa, ospite di Vespa a “Cinque minuti”, ha chiarito definitivamente cosa avrebbe dovuto fare Zelensky per evitare la guerra: piuttosto che combattere e sacrificare vite, avrebbe dovuto piegare la testa e consegnare il popolo ucraino alla “peggiore dittatura”.
Finalmente, anche le posizioni grilline, quelle del Fatto Quotidiano e di quanti la pensano allo stesso modo, hanno una propria base culturale ben definita: la filosofia della codardia.
E non stupisce affatto che una simile filosofia sia quella di riferimento di un certo mondo. Peccato, come anche Vespa ha provato a sottolineare, che la civiltà europea e le democrazie occidentali si sono evolute su presupposti esattamente contrari. La libertà è il bene più prezioso che possiamo avere e per cercarla, affermarla, difenderla, i popoli europei si sono battuti e hanno versato fiumi di sangue. Le lotte dei popoli europei per la libertà hanno segnato la storia in lungo e in largo, sia affrontando nemici che provenivano da lontano, sia affrontandosi tra loro in grandi e sanguinosi conflitti interni.
Alle Termopili i Greci andarono incontro a morte certa, ma il loro sacrificio (che De Masi non avrebbe approvato) avvenne proprio in nome della libertà, contro un nemico che veniva da oriente e che li avrebbe sottomessi. La stessa libertà che i popoli europei, sotto le insegne della cristianità, rivendicarono nella storica Battaglia di Lepanto, quando fermarono la flotta dell’impero ottomano. Guerre e battaglie, come detto, combattute anche tra europei. Come dimenticare, ad esempio, il Risorgimento? Battaglie passate alla storia e gesti eroici che avranno fatto storcere la bocca a De Masi e avranno avuto la sua disapprovazione… Per non parlare poi, a proposito di libertà e di guerre tra popoli europei, dei conflitti mondiali del secolo scorso.
È nei fatti, con tutta evidenza, che quanto affermato da De Masi sia una mostruosità rispetto alla civiltà europea e ai suoi fondamenti. I popoli europei hanno attraversato la storia, con un enorme tributo di sangue, per affermare la propria libertà. E se oggi l’Europa è una terra di uomini liberi e uguali lo si deve alle battaglie combattute in nome della libertà, che mai sarebbe stata raggiunta se chi le ha combattute avesse piegato la testa e fosse stato disposto a una vita in catene.
La codardia, d’altra parte, la possiamo ritrovare anche nella vita di tutti i giorni e non necessariamente in guerre e battaglie. Ad esempio, è il perfetto humus in cui prolifera la mafia: la violenza che genera la paura, che partorisce la codardia. A meno che la paura, sentimento più che umano, non venga affrontata con coraggio, quel coraggio che serve a rimanere liberi. Così come ci hanno insegnato quelli che la mafia l’hanno combattuta anche a costo della propria vita, il cui esempio abbiamo il dovere di tramandare di generazione in generazione. Non credo che De Masi, a causa del loro sacrificio, ritenga eroi negativi Falcone, Borsellino, il generale Dalla Chiesa, don Pino Puglisi e tutti quelli che hanno creduto nel profumo della libertà piuttosto che nell’olezzo della sottomissione.
Ecco, la filosofia della codardia non ci appartiene. Non appartiene ai popoli europei, non appartiene alla cultura greco romana che ha permeato la nostra civiltà, le nostre battaglie, le nostre conquiste. Non appartiene al popolo ucraino, che sta dimostrando tutta la sua fierezza nel difendere la propria libertà, qualsiasi sia il prezzo da pagare.
È evidente che le posizioni di De Masi sulla guerra in Ucraina siano distanti anni luce da quelle del Governo e da quelle di Fratelli d’Italia. Noi crediamo che il diritto degli ucraini di difendere la propria libertà e la propria indipendenza sia sacrosanto. È legittimo avere un’opinione diversa, maturata però sulla base di considerazioni di natura geopolitica, di obiettivi strategici o financo di ideali diversi. È difficile invece comprendere la filosofia della codardia, dalla quale ci sentiamo ancora più distanti di quanto non siano già le posizioni politiche di De Masi e dei cinquestelle. Enormemente e fieramente distanti.
La guerra in Ucraina è iniziata nel 2014, poi nel 2022 si è inasprita con l’invasione russa. In questi otto anni i Governi e le Istituzioni europee si sono preoccupati di tutt’altro, spesso di cose banali come gli auguri natalizi neutri. Nel frattempo i volontari da diversi Paesi si arruolavano in una parte, oppure nell’altra: si chiamava Edi Ongaro, l’Italiano morto mentre combatteva coi Russi?
Non nego affatto l’aggressione di Mosca e nemmeno la legittima autodifesa di Kiev, penso alle vittime civili e a chi le piange, ma non posso dimenticare che – per tanto tempo – la Russia veniva emarginata perché «omofoba», religiosa ed estranea alla globalizzazione! Non mi riconosco negli attuali «valori europei», degenerati nella sottomissione all’islamismo e nella legittimazione di tutte le pretese contro natura degli omosessuali! Diffido delle cosiddette «guerre democratiche» che hanno avuto conseguenze disastrose in Iraq e in Libia! Ho provato rabbia per la fuga americana dall’Afghanistan, che – forse – ha alimentato sospetti perché contemporanea alle iniziative della Nato nell’Europa dell’est e alla crescente supremazia cinese!
Spero che questa guerra non si estenda pericolosamente, ma si concluda con l’indipendenza dell’Ucraina, poi si dovrà ricostruirla e saranno giudicate le responsabilità!
Forse la “sociologia” che insegna De Masi si rifà alla vita degli schiavi -di qualunque tempo e latitudine- cioè subìre prepotenza e sopraffazione di chi urla più forte o gonfia tronfiamente i pettorali. Ditegli che vivere in un Paese libero ed indipendente è un diritto ed il sogno di tutti i cittadini del mondo, ditegli che la libertà va conquistata e poi va difesa giorno per giorno, ditegli che “mettersi a 90 gradi” di fronte ad un prepotente ed arrogante equivale ad accettare la catena al piede. Per questo vecchio -e forse un po’ rimbambito dallo sfavillio delle 5 stelle, ormai molto offuscate- Risorgimento e liberazione da stranieri e tiranni sono un surplus che la storia doveva evitare? Se questa è la società che propugna ed insegna, forse è meglio che la Sapienza di Roma gli sopprima la cattedra, lasciandolo tutto a dirigere la scuola delle >Fatte Quotidiane<.