“Che la democrazia e i diritti civili siano adattabili e modulabili a seconda della convenienza e dell’appartenenza ideologica o geografica è un concetto che suscita stupore e indignazione. E il fatto che la lezione sui diritti civili venga tenuta da soggetti vicini al governo cinese e, per dipiù, sotto l’egida di un’università italiana fa assumere alla questione dei toni ancor più gravi. Il seminario Modernizzazione e diversità della cultura dei diritti umani, organizzato dalla facoltà di Giurisprudenza della Sapienza e in cui farà gli onori di casa il Preside della Facoltà Oliviero Diliberto, la dice lunga sulla concezione dei diritti umani che alberga in certe zone della sinistra italiana. Diliberto, già Ministro della Giustizia nei Governi D’Alema, non è nuovo a dichiarazioni giustificazioniste e legittimiste sul regime cinese, ma non si può accettare l’alibi della diversità culturale per giustificare e avallare l’assoluta mancanza di rispetto dei diritti umani nella Repubblica Popolare Cinese, in cui i dissidenti politici vengono perseguitati, in cui la dominazione cinese sul Tibet viene portata avanti da decenni con persecuzioni e cancellazione della cultura e della lingua tibetana, in cui il rinnovo delle cariche di Governo nelle mani del Partito Comunista Cinese avviene con metodi che, sotto il profilo democratico, lasciano ben più che a desiderare. Auspichiamo che tutti coloro che si professano democratici e che si dichiarano a favore del rispetto dei diritti umani prendano le distanze da questo approccio relativista e connivente verso uno stato, la Cina, che non può certo venire a fare lezioni di democrazia e diritti umani”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.