“Negli scorsi giorni l’organizzazione non governativa Safeguard defenders ha reso noto un proprio rapporto relativo all’apertura di numerose stazioni di polizia all’estero da parte della Repubblica popolare della Cina. Secondo tale rapporto sarebbe proprio, l’Italia con 11 stazioni di polizia cinesi non ufficiali, il Paese con il maggior numero di presenze. Ne sarebbero infatti state individuate a Milano, Roma, Prato, Firenze, Venezia e Bolzano e sarebbero state aperte senza autorizzazione Secondo quanto relazionato da Safeguard Defenders, inoltre, la rete parrebbe composta da oltre 100 sedi in più di 50 Paesi nel mondo. Il Governo cinese ha replicato che tali centri avrebbero la funzione di assistere i cittadini cinesi che vivono all’estero a sbrigare pratiche burocratiche che vanno dal rinnovo del passaporto a quello della patente ma, secondo quanto si apprende dal report, le sedi sarebbero piuttosto utilizzate dalla Cina per sorvegliare, perseguire e, in alcuni casi, rimpatriare gli esuli e i dissidenti, avvalendosi di accordi bilaterali in materia di sicurezza siglati con i governi ospitanti. Secondo quanto riferito da Safeguard Defenders, le stazioni di polizia si muoverebbero al di fuori dei normali canali utilizzati per l’estradizione: difatti, sembrerebbero sussistere prove di intimidazione subite dai cittadini cinesi in Italia, tra cui, ad esempio, quelle ai danni di un operaio accusato di appropriazione indebita, rientrato in Cina dopo 13 anni passati in Italia e di cui si sono perse le tracce. In una interrogazione presentata in Senato, con la certezza che il nuovo Governo verificherà con attenzione quanto segnalato, abbiamo chiesto di verificare se, effettivamente, i suddetti centri assolvano a funzione di polizia, di controllo, di ricerca e di repressione nei confronti delle comunità cinesi presenti sul territorio italiano. Inoltre abbiamo chiesto se effettivamente, ed in quali termini, siano stati conclusi accordi con la Repubblica popolare cinese e quale sia il contenuto delle eventuali intese, quali attività di indagine siano state svolte al fine di verificare la natura di tali centri ed i relativi esiti e di attivarsi nei confronti delle autorità cinesi al fine di ottenere elementi di chiarezza sulla questione”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.