“600.000 tonnellate annue per 33 anni e mezzo: queste cifre, che emergono dal disciplinare e dallo schema di convenzione per il termovalorizzatore, suonano come un vero e proprio tradimento dei principi dell’economia circolare e della gerarchia sui rifiuti precisamente indicata dalla normativa europea. Infatti Roma Capitale si vincola a dover conferire, attraverso Ama, queste dimensioni di rifiuti nell’impianto che Gualtieri vuole costruire a Santa Palomba. In sostanza questo significa disincentivare la raccolta differenziata e la realizzazione degli impianti legati alla filera del riciclo per la produzione di materie prime seconde. Avevamo denunciato questo rischio già in Assemblea Capitolina nel primo consiglio straordinario sui rifiuti un anno e mezzo fa, e puntualmente emerge ciò che avevamo segnalato. Oltre alla localizzazione dell’impianto su una arteria già in sofferenza come la Via Ardeatina, che è già una criticità, e della tecnologia non avanzata del termovalorizzatore, sarebbe doveroso prevedere per la chiusura del ciclo dei rifiuti un impianto con dimensioni molto più limitate e da ridurre negli anni al crescere delle percentuali di raccolta differenziata. Qui, invece, si condanna addirittura Roma a doversi preoccupare di alimentare la combustione dell’impianto con materiali che, a cominciare dalle plastiche, sono totalmente riciclabili. Emerge anche che l’impianto di cattura del CO2, tanto reclamizzato dalla giunta capitolina di sinistra, sarebbe meramente sperimentale e quindi tutto da verificare rispetto alla sua efficienza. Invitiamo il Sindaco Gualtieri a rivedere questi vincoli e a non condannare la Capitale ad essere fanalino di coda della sostenibilità oltre che del decoro e della pulizia delle strade”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo, membro della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.