“Il Def è vuoto, mancano PNR e PNRR. Le speranze di ripresa dell’economia italiana sono affidate alla campagna vaccinale, tuttavia sempre nel Def non si escludono nuove restrizioni, che questa volta non sarebbero più sostenute da interventi del governo che vorrebbe che il dl Sostegni bis sia ultimo del suo genere. Per questo FdI chiede che l’apertura delle attività in sicurezza non sia più rimandata. Contestiamo, a tal proposito, l’affermazione del Def in cui riporta che il sistema economico ha raggiunto una forma di coesistenza con il virus, e si legge anche le misure restrittive appaiono meno nocive per le attività economiche. Parole gravi, perché se l’economia si fosse adattata al virus non avremmo tante manifestazioni di piazza in cui tanti operatori chiedono di poter lavorare. Secondo il Def nel 2023 il Pil tornerà a livelli pre crisi, ma non si tratta di una vittoria in quanto il Pil del 2019 era comunque più basso di quello precedente l’altra crisi del 2008. Dal documento emerge, inoltre, che nell’anno della pandemia è cresciuta la pressione fiscale, più delle previsioni. Auspichiamo, perciò, che possa calare, come indicato, nei prossimi anni. Infine, nel Def è annunciata la riforma fiscale, di cui ignoriamo le linee guida, mentre assumerebbe particolare importanza la riforma della pubblica amministrazione per una migliore gestione dei fondi che arriveranno dall’Europa, ma anche di questa ancora non sappiamo nulla. In definitiva, siamo in presenza di un documento che si affida a PNRR e dl Sostegni bis, entrambi dai contenuti ancora sconosciuti: questa assenza rende il documento di economia e finanza vago, timido ed incolore”.
Lo ha dichiarato il senatore di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrini, relatore di minoranza sul Def.