Il 27 aprile la Camera dei Deputati si è riunita per approvare uno scostamento di bilancio dello Stato, cioè un maggiore ricorso al debito per finanziare alcune misure, preliminare ai voti sul Documento di Economia e Finanza (DEF).
A differenza del messaggio che sta ampiamente passando, la maggioranza non è andata sotto. Infatti la votazione alla Camera relativa allo scostamento di bilancio ha previsto 195 voti a favore, 19 contrari, 105 astenuti.
Il fatto è che, come previsto dalla Costituzione, per questo tipo di votazione è richiesta la maggioranza assoluta, quindi 201 voti. Quindi, in realtà, sarebbero mancati solamente 6 voti, che purtroppo non ci sono stati a causa di alcune assenze e missioni. Occorre tuttavia ricordare che i deputati non presenti in aula stavano comunque svolgendo attività istituzionali.
La tenuta del Governo non è affatto compromessa, ma, come dichiarato dallo stesso premier, non si sta affrontando una situazione facile, ma si sta impegnando con responsabilità su molti e diversi fronti. Ed è forse proprio per questo impegno che coinvolge in maniera totalizzante i vari membri del Governo, che in molti casi ricoprono più ruoli, la causa del risultato di ieri.
Ad ogni modo, il premier sente di poter dire che “il DEF verrà approvato dal Parlamento nei prossimi giorni e manterremo i nostri impegni, compreso quello di presentarlo in Europa entro il 30 aprile”. E aggiunge che “si tratta di organizzare meglio il tutto e di parlare di più con i capi delegazione e i capogruppo”, così da mantenere fede agli impegni prefissati, seguendo quel calendario di riforme “chiaro e abbastanza serrato” che si intende realizzare.
Dunque, a meno di 24 ore di distanza sarà approvato ciò che doveva essere approvato. Nella giornata odierna si terrà un nuovo esame da parte di Camera e Senato, che completeranno tale esame domani, sabato 29 aprile. Nessun dramma quindi che metterebbe a rischio la tenuta del Paese o che addirittura dovrebbe costringere il Governo a dimettersi, come suggerito dal Movimento 5 Stelle e dal PD, che non si sono lasciati sfuggire l’occasione, ovviamente, per criticare ancora una volta un Governo che, dopotutto, sta lavorando e sta lavorando in maniera seria e responsabile.
Sicuramente ciò che è accaduto è una responsabilità di tutti, ed è un qualcosa su cui occorre ragionare, ma non produrrà di certo conseguenze drammatiche a lungo termine. Nonostante i titoli apocalittici che già danno per spacciato il governo, il voto di ieri non appare dunque come un segnale politico, anche perché compromettere l’approvazione di tale documento avrebbe poco senso, essendo una misura così importante, per tutti indistintamente.
Il Governo continuerà a lavorare seriamente e in maniera sempre più responsabile, mettendo al centro le prerogative degli italiani e fornendo loro soluzioni concrete ed efficaci.