Delitto Garlasco: nella Bocca di Chiara Poggi il Dna di “ignoto 3”. Lo conferma Denise Albani la perita nominata dalla Gip

La replica degli esami genetici effettuati da Denise Albani, la perita nominata dalla gip Daniela Garlaschelli, hanno confermato gli esiti di quattro giorni fa: sui 5 prelievi, tre non hanno portato a nulla di utile, mentre gli altri due hanno individuato due cromosomi Y. Di questi uno è riconducibile a Ernesto Gabriele Ferrari, l’assistente di Dario Ballardini, il medico legale che nel 2007 effettuò l’autopsia. L’altro è privo di un nome e quindi, come oramai si dice, è di un ignoto e che fa escludere sia Sempio sia Stasi, confermando l’esistenza di un «ignoto 3». Un uomo, visto che si tratta di un profilo Y, al quale ora i carabinieri di Milano e la procura di Pavia cercheranno di dare un nome. La seconda prova ha dato lo stesso risultato. Dalla scienza è arrivato il responso secco: il Dna sul profilo biologico «Y947» appartiene a una persona allo stato ancora sconosciuta. Un’identità che potrebbe essere quella dell’assassino di Chiara, il complice di Andrea Sempio secondo i pm diretti da Fabio Napoleone, o di un altrettanto misterioso operatore tecnico, investigatore o medico che potrebbe essere imprudentemente venuto a contatto con il corpo della vittima durante i rilievi, l’autopsia o la repertazione dei campioni.

Per alcuni il profilo è “netto, completo, robusto e con 22 marcatori” e non ha identità, per altri, tra cui Luciano Garofano, l’allora comandante dei Ris nominato dalla difesa di Sempio, sarebbe un mix tra quello di Ferrari e di un’altra persona sconosciuta in quantità minime. “La spiegazione più logica, e non di parte – sostiene l’ex generale dell’Arma – è che sia una contaminazione che è avvenuta prima del prelievo, maneggiando quella garza” che sarebbe stata utilizzata per raccogliere materiale dalla bocca di Chiara per poi confrontarlo con le tracce emetiche sulla scena del crimine. Una “contaminazione” che, a suo dire, boccia la tesi di “un secondo uomo. La tesi di una contaminazione, senza alcun credito all’ipotesi di un ignoto assassino, è sostenuta anche da Gian Luigi Tizzoni, legale dei Poggi, che non hanno mai creduto alla necessità di una nuova indagine e parla di una quantità «infinitesima» di materiale biologico. La procura di Pavia non esclude l’idea di una contaminazione, anche se in quel caso si tratterebbe di una circostanza molto anomala.  Il materiale genetico ha un valore di 2.4 picogrammi per microlitro e un profilo con e 22 marcatori. Per gli inquirenti, un valore che testimonierebbe un contatto diretto con la bocca di Chiara. Per questo occorre confrontare parallelamente sia il profilo genetico delle amicizie di Andrea Sempio, che per i pm rimane centrale nell’indagine che ricostruire l’elenco di quanti potrebbero aver toccato il corpo di Chiara e sentirli come testimoni.

il Dna ritrovato nella bocca di Chiara Poggi riaccende l’attenzione sull’amico suicida di Andrea Sempio. Una traccia genetica maschile rilancia l’interesse su Michele Bertani, morto suicida nel 2017. Repubblica scrive che gli inquirenti hanno puntato l’attenzione su Michele Bertani, un giovane legato al gruppo di amici di Andrea Sempio. Bertani si è tolto la vita nel 2017 e ora il suo profilo genetico potrebbe essere recuperato dai familiari per effettuare un confronto con il Dna rinvenuto. Gli investigatori non confermano collegamenti diretti, ma secondo le indiscrezioni raccolte dalla stampa, il nome di Bertani sarebbe tornato al centro dell’attenzione per la sua vicinanza a Sempio e alla cerchia ristretta di conoscenti. Secondo quanto riportato da diverse fonti, prima di togliersi la vita avrebbe lasciato un messaggio in cui scriveva: “Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare”. Potrebbe essere autorizzata la riesumazione della salma di Michele Bertani per un prelievo diretto, qualora il campione ottenuto dai familiari non fosse sufficiente.

L’attenzione resta alta sul gruppo di conoscenti di Andrea Sempio, da cui potrebbe emergere un collegamento utile a identificare il profilo di Ignoto 3 e anche altri amici di Sempio sono stati sottoposti a confronto genetico. Come riferisce Repubblica, i profili di Marco Poggi, Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti sono già stati esclusi.

Gli investigatori dunque non escludono che la traccia possa derivare da una contaminazione avvenuta durante le operazioni dell’epoca, ad esempio da parte di tecnici o medici legali. Tuttavia, la posizione della traccia, ovvero la bocca della vittima, rende plausibile anche un contatto diretto. Per questo la Procura sta seguendo anche l’ipotesi della presenza di un complice sulla scena del delitto, mai identificato fino a oggi.

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Manuela Cunsolo
Manuela Cunsolo
Laurea magistrale in Giurisprudenza, vive a Catania dove attualmente svolge la Pratica forense presso uno studio penale. Alle scuole superiori ha iniziato a fare volontariato in uno dei quartieri disagiati della sua città dando lezioni di doposcuola ai bimbi. Sempre il suo amore per i bambini l'ha spinta a diventare volontaria Abio presso i reparti di pediatria generale, oncologica e broncopneumologia del Policlinico di Catania per circa 10 anni. Il suo sogno è di diventare un avvocato penalista e una mamma.

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