Delitto Garlasco: Non c’è contaminazione sul campione di Ignoto 3. Il profilo genetico è netto, completo, robusto e con 22 marcatori e appartenente un maschio ignoto

La questione di ignoto 3 in questi giorni è oggetto di dibattito tra le parti coinvolte, i periti e gli stessi organi di stampa. Secondo più punti di vista il Dna non ancora attribuito potrebbe essere la conseguenza di una contaminazione. A tal proposito Giada Boccellari, che difende Alberto Stasi, ha commentato: “Chi dice che è contaminazione sbaglia”, ma se così dovesse essere ci si muoverà di conseguenza. Poi un appello: “Non normalizziamo la contaminazione” perché “Stasi è dentro sulla base di asserite prove scientifiche“.

L’isolamento del Dna di Ignoto 3 proviene da uno dei campioni prelevati dalla garza usata dal medico legale Dario Ballardini durante l’autopsia sul cadavere di Chiara Poggi, il 16 agosto 2007. Da più parti, specialmente dalla difesa di Andrea Sempio, rappresentata da Massimo Lovati e dal consulente Luciano Garofano, si sostiene invece che quel profilo genetico sia frutto di una contaminazione. Nonostante le conclusioni degli accertamenti tecnici, l’ipotesi della contaminazione non è stata completamente abbandonata. Alcuni consulenti della famiglia Poggi hanno ipotizzato che il Dna possa provenire da strumenti non sterilizzati o da garze contaminanti utilizzate durante l’autopsia. La genetista Marina Baldi, intervenuta a Morning News, ha confermato che “una garza non sterile può contenere residui di Dna da altri cadaveri o da chi l’ha manipolata prima”. A rafforzare il sospetto c’è il fatto che il profilo “Ignoto 3” è stato riscontrato in due campioni distinti, entrambi prelevati dallo stesso tampone orale. Tuttavia, la quantità rilevata e la coerenza dei marcatori rendono poco plausibile, secondo la Procura, che si tratti di un semplice errore tecnico. Per escludere del tutto questa ipotesi, i pm hanno ordinato nuovi tamponi su oltre trenta operatori e soggetti entrati in contatto con il corpo di Chiara Poggi. Il 16 agosto 2007, giorno dell’autopsia, il medico legale Dario Ballardini e il suo assistente Ernesto Gabriele Ferrari avevano usato una garza non sterile per esaminare il cavo orale di Chiara Poggi, uccisa tre giorni prima.

Nel maxi incidente probatorio in corso, la genetista Denise Albani, incaricata dal gip Daniela Garlaschelli, ha isolato da quella garza cinque campioni. Tre di essi sono risultati inutilizzabili, nei restanti due è stato isolato il Dna di Ferrari in un caso, e il Dna dello stesso Ferrari e di un soggetto sconosciuto in un altro. Il profilo senza nome è stato indicato come Ignoto 3.

La genetista Denise Albani, su richiesta del gip di Pavia, deve stabilire se quell’aplotipo Y è attribuito a un Ignoto 3 appartenga all’assassino o sia frutto di una contaminazione. Questa tranche dell’indagine si concentra su chi era presente all’autopsia nel 2007, oltre a Ballardini c’erano quattro carabinieri e un barelliere dell’obitorio, i quali però avrebbero avuto un contatto minimo. C’è anche una seconda pista, secondo cui l’aplotipo di Ignoto 3 apparterrebbe a un uomo che avrebbe messo una mano sulla bocca di Chiara per non farla gridare. L’asfissia meccanica torna più volte nelle carte: nell’autopsia del 2007 si parla di un edema polmonare ma senza lividi sul volto.

La traccia genetica di “Ignoto 3” trovata sulla bocca di Chiara Poggi non sarebbe frutto di contaminazione da parte di personale sanitario, mortuario o investigativo. A scriverlo è il Corriere della Sera che parla di “primo responso” nelle analisi disposte dopo le prime fasi dell’incidente probatorio chiesto e ottenuto dalla Procura di Pavia che sta indagando sul delitto di Garlasco. Secondo il quotidiano il Dna non corrisponderebbe a nessuno tra chi ha eseguito indagini, sopralluoghi, analisi ed esami e avrebbe potuto entrare in contatto con il corpo o con il tampone orofaringeo. Il profilo genetico è “netto, completo, robusto e con 22 marcatori” e non compatibile con operatori o strumenti, secondo quanto riportato organi di stampa. Ma i consulenti della famiglia Poggi continuano a non escludere l’ipotesi della contaminazione da autopsia.

«Basta con la confusione e le congetture» afferma il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, che segue il nuovo filone di indagine sul caso di Garlasco. Rompe il silenzio con dei virgolettati riportati dal Corriere della Sera. ricordando che è già intervenuto per la terza volta su questa storia: la prima per comunicare la riapertura delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, la seconda per l’impronta 33 e adesso sul dna emerso da uno dei tamponi effettuati sul cadavere della ragazza. Rilevazione che solo adesso ha fatto emergere un nuovo profilo genetico, quello di Ignoto 3 su cui, specifica il quotidiano, non c’è contaminazione anche perché Denise Albani ha escluso che il profilo isolato sia frutto di una contaminazione di coloro che nelle scorse settimane hanno maneggiato il reperto. Il dna di Ignoto 3 non appartiene a sanitari, mortuaria o investigatori.

Per il procuratore «qualsiasi interpretazione proveniente da soggetti estranei all’Ufficio genera solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture». Napoleone parla, spiega il Corriere, perché probabilmente si è vicini a un momento cruciale dell’inchiesta. Perché sull’ipotesi di contaminazione da parte di sanitari, mortuaria o investigatori -riporta la testata – ci sarebbe un primo responso: il profilo non corrisponderebbe a nessuno tra chi ha eseguito atti, sopralluoghi, esami e potrebbe essere entrato in contatto con il corpo o con il tampone. C’è stato «inquinatore»? Si sta verificando anche quello. Ma potrebbe esser che quello sia davvero il profilo genetico dell’assassino o complice di Andrea Sempio, per ora unico indagato nel nuovo filone. «I magistrati si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie», sottolineano dalla procura. La contaminazione recente è stata dunque esclusa perché sono stati fatti tamponi anche a chi ha potuto assistere alle analisi irripetibili, ossia i collaboratori della stessa Albani, Luciano Garofano, consulente della difesa di Andrea Sempio e Marzio Capra, esperto delle famiglia Poggi. A tutti questi, ai fini di eventuali “inquinamenti”, è stato prelevato un tampone. Non così per gli altri consulenti, come quelli dei legali di Alberto Stasi, che sono rimasti ad assistere all’esame genetico da dietro una vetrata. Ora il prossimo passo del perito della procura sarà quello di procedere con la comparazione con i profili per esempio di coloro che hanno effettuato le foto in sala autoptica o di eventuali altri assistenti del medico legale Marco Ballardini.

Le ultime analisi genetiche effettuate da Denise Albani, la perita incaricata dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli di compiere gli accertamenti irripetibili ha escluso che il profilo “ignoto 3” confermano un profilo completo, con 22 marcatori e una quantità di materiale biologico significativa, incompatibile con una semplice traccia accidentale. Secondo gli esperti, il livello qualitativo del Dna e la sua coerenza genetica escludono contaminazioni accidentali o ambientali. È uno dei risultati più significativi emersi nell’ambito delle nuove analisi sul Dna del cosiddetto “Ignoto 3”. Un’indicazione che, se confermata, potrebbe riaprire scenari giudiziari oggi consolidati.

Nella trasmissione Quarto Grado, venerdì 25 luglio, è stata mandata in onda un’intervista a Giada Boccellari, che ha detto: “Certo è che abbiamo un Dna buono, leggibile, nucleare e Y da verificare”. L’avvocata specifica che ciò significa che “chi dice che è contaminazione sbaglia, perché ignoto 3 ha un nome e un cognome. Quindi: “Oggi abbiamo una persona, un maschio, ignoto”, perciò sarà necessario “a mio modo di vedere escludere la contaminazione”. Infine: “Se sarà contaminazione vedremo chi è il contaminante e poi capiremo che cosa fare”. Per concludere, l’avvocata ricorda che il suo assistito “è dentro per asserite prove scientifiche”. Mettendo quindi in dubbio l’autenticità delle prove scientifiche acquisite si mette in dubbio di conseguenza anche la stessa certezza della colpevolezza di Stasi.

La replica degli esami genetici effettuati da Denise Albani hanno confermato gli esiti di tre giorni fa: sui 5 prelievi, tre non hanno portato a nulla di utile, mentre gli altri due hanno individuato due cromosomi Y. Di questi uno è riconducibile a Ernesto Gabriele Ferrari, l’assistente di Dario Ballardini, il medico legale che nel 2007 effettuò l’autopsia. L’altro è privo di un nome e quindi, come oramai si dice, è di un ignoto che, in questo caso, sarebbe il numero 3 e che fa escludere sia Sempio sia Stasi.

La Procura di Pavia sta portando avanti un doppio filone investigativo alla ricerca dell’identità di Ignoto 3. Da una parte, prosegue la verifica della possibile contaminazione, con la comparazione del profilo “Ignoto 3” con quello di oltre trenta soggetti intervenuti sul caso nel 2007: carabinieri, operatori sanitari, tecnici e anatomopatologi. Dall’altra parte, l’attenzione si concentra sull’identità dell’autore del profilo. Il nome di Andrea Sempio è tornato al centro dell’inchiesta, dopo due archiviazioni: uno dei due profili trovati sotto le unghie di Chiara sarebbe suo, secondo i pm. La pista “Ignoto 3”, se confermata come genuina, potrebbe collegarsi a un possibile complice o autore del delitto.

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Manuela Cunsolo
Manuela Cunsolo
Laurea magistrale in Giurisprudenza, vive a Catania dove attualmente svolge la Pratica forense presso uno studio penale. Alle scuole superiori ha iniziato a fare volontariato in uno dei quartieri disagiati della sua città dando lezioni di doposcuola ai bimbi. Sempre il suo amore per i bambini l'ha spinta a diventare volontaria Abio presso i reparti di pediatria generale, oncologica e broncopneumologia del Policlinico di Catania per circa 10 anni. Il suo sogno è di diventare un avvocato penalista e una mamma.

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