Dall’incidente probatorio richiesto dal gip Daniela Garlaschelli presso la Procura di Pavia della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco effettuata ieri mercoledì 10 settembre emergono nuovi elementi dalla ricerca delle impronte latenti – quelle non visibili e che dovranno essere esaltate con tecniche specifiche – su alcuni reperti dell’immondizia sequestrata 18 anni fa nella villetta di via Pascoli, nell’immediatezza del delitto. Sono state rinvenute almeno 8 impronte sulla confezione dei cereali e altre due sul sacchetto di plastica della spazzatura. Niente di rilevante emerge invece dall’analisi sul vasetto di Estathé e sulla confezione dei biscotti.
Gli inquirenti, ora, dovranno stabilire se questi nuovi elementi siano utili al confronto per stabilire a chi appartengano. Si tratta, comunque, di tracce parziali, e per questo non è detto che siano confrontabili e utili giuridicamente. Secondo il parere di Luciano Garofano, ex comandante dei Ris e oggi consulente della difesa di Andrea Sempio su due reperti sono emersi dei rilievi dattiloscopici potenzialmente utili per i confronti, che saranno principalmente confrontati con Chiara Poggi, Alberto Stasi e l’indagato.
Il Gip, quindi, ha convocato le parti per l’udienza del 26 settembre durante la quale, tra le tante voci da spuntare, si dibatterà della richiesta di proroga dell’incidente probatorio avanza dalla genetista Denise Albani.
Nei giorni scorsi è tornato inoltre alla ribalta il nome di Flavius Savu, il romeno arrestato in Svizzera che era stato condannato, con il complice Florin Tanasie, per l’estorsione di decine di migliaia di euro all’ex rettore don Gregorio Vitali del santuario della Madonna della Bozzola minacciandolo di diffondere video compromettenti che lo ritraevano in rapporti sessuali. L’inchiesta fece emergere un giro di ricatti a luci rosse connessi a ciò che avveniva nel santuario. Su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale.
Era latitante dal 2018 ed è stato catturato il 9 settembre 2025 in Svizzera, nei pressi di Zurigo. L’uomo ha sostenuto in passato che ci sarebbero degli intrecci tra la morte di Chiara Poggi e quel che avveniva nel santuario della Bozzola, raccontando che la vittima, prima di essere uccisa, sarebbe venuta a conoscenza di incontri a sfondo sessuale. Il rumeno sostenne che Chiara Poggi “aveva scoperto il giro”. “Giro” da intendere come un sistema di scambi sessuali che sarebbero avvenuti alla Bozzola “e che sia stata uccisa “perché sapeva cosa stava succedendo o fosse accaduto presso il Santuario”. Opportuno precisare che, per ora, non sono emerse prove concrete del legame tra l’inchiesta sul Santuario della Madonna della Bozzola e l’omicidio di Garlasco.
L’avvocato di Savu ha spiegato che il suo assistito si metterà a disposizione delle autorità italiane per le indagini sul delitto di Garlasco.