Difendiamo il Tricolore, difendiamo la Nazione

A Como, alla vigilia della Festa della Repubblica, abbiamo scoperto qualcosa che dovrebbe indignare ogni cittadino che ama l’Italia: in una scuola primaria, il Tricolore è stato rimosso e sostituito da una bandiera arcobaleno. Non danneggiato o scolorito: proprio sostituito. Un atto gravissimo, compiuto in un edificio pubblico frequentato da bambini, dove si dovrebbe insegnare amore per la Patria, senso civico, rispetto per la Nazione.

Nello stesso momento, in centro città, Como si veste a festa con nuovi Tricolori. Un contrasto che rende tutto ancora più inaccettabile. Perché mentre celebriamo, in altre scuole – come alla materna di Ponte Chiasso o al Conservatorio – le bandiere italiane sventolano logore, scolorite, dimenticate. 

Ma non è solo incuria, in molti casi è ideologia. È la medesima deriva che vediamo altrove in Italia, come a Merano, dove il sindaco Katharina Zeller – sostenuta dal Partito Democratico – si fa fotografare orgogliosamente con la bandiera arcobaleno e rifiuta vergognosamente di indossare la fascia tricolore. Lo schema è lo stesso: rifiuto totale del concetto di Nazione. 

Una sinistra che da anni tenta di svuotare di significato parole come Patria, identità, appartenenza, oggi prosegue quest’opera minando i simboli più sacri, a partire dal Tricolore.

E dove non c’è un movente ideologico, subentrano l’indifferenza, il menefreghismo. Mi chiedo come sia possibile che una persona entri ogni santo giorno in un edificio pubblico – per lavorare o accompagnare i figli a scuola – e non noti una bandiera stracciata, scolorita, a pezzi? E se la nota, perché non si sente in dovere di fare qualcosa, come abbiamo fatto noi?

Lo stesso vale per chi amministra il territorio. Delle due l’una: o non ci girano abbastanza, oppure non “ci hanno fatto caso”. In entrambi i casi, si tratta di una mancanza di sensibilità preoccupante, che riguarda non solo il Tricolore ma tutto ciò che rappresenta: la storia, i sacrifici, l’identità della nostra Nazione.

Per questo come Fratelli d’Italia abbiamo informato formalmente il Prefetto di Como, chiedendo che venga avviato un censimento di tutti i Tricolori presenti nelle scuole e nei pubblici uffici della città, e che dove si riscontrino situazioni analoghe, si intervenga subito per ripristinare il rispetto dovuto alla bandiera italiana, in base a quanto stabilito dalla legge n. 22 del 1998.

Ma Como non è un’eccezione, è un esempio. Motivo per cui esorto ogni patriota, ovunque si trovi in Italia, a vigilare e a segnalare. Andate a vedere cosa sventola sulle scuole dei vostri figli, sulle sedi comunali, sugli edifici pubblici. E se trovate bandiere strappate, sbiadite o assenti, non voltatevi dall’altra parte. Intervenite, documentate. Pretendete il rispetto.

Questa è una battaglia sacrosanta, doverosa per chiunque si definisca patriota. Perché il Tricolore non è un’opinione: è la nostra identità, la nostra storia, la nostra unità. È un dovere morale e civico difenderlo, oggi più che mai, in un’epoca in cui tutto viene relativizzato, sbiadito, svuotato di senso.

In un’Italia che ha bisogno di credere di nuovo in sé stessa, la difesa del Tricolore è il primo passo per ricostruire un’identità collettiva forte, condivisa, fondata sul rispetto. Perché siamo italiani. Sempre.

E se vogliamo educare le nuove generazioni a crederci davvero, dobbiamo dimostrarlo ogni giorno, non solo nelle celebrazioni ufficiali, ma nei gesti concreti, nella cura, nella vigilanza.
Anche – e soprattutto – quando nessuno ci guarda.

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Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

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