“Porre fine al dolore dei familiari restituendo ai martiri delle foibe la dignità di una cerimonia di sepoltura”. A dirlo è Giorgia Meloni, capo politico di Fratelli d’Italia a seguito del deposito di un’interrogazione alla Camera dei Deputati rivolta al Ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi. Nel testo si legge la richiesta al responsabile della Farnesina di intercedere con gli esecutivi di Slovenia e Croazia al fine di accedere agli archivi per localizzare i siti non noti dove sono collocate le foibe. È noto infatti che il numero delle foibe presenti in Istria, in territorio croato e sloveno, è maggiore di quello “ufficiale” in quanto molte di queste sono site in terreni privati e molte altre ancora non sono mai state rese pubbliche.
Secondo la Meloni, “Per molti parenti degli infoibati, a oltre settant’anni dai tragici fatti in cui i loro familiari sono stati barbaramente uccisi dai partigiani del generale Tito, non è ancora stato possibile conoscere neanche il luogo in cui giacciono i resti dei loro corpi. Come risulta dalla testimonianza di uno di loro, “non solo in pochi giorni scomparvero migliaia di italiani, ma noi sopravvissuti fummo condannati a una sorta di ergastolo, l’attesa vana di sapere dove fossero stati gettati i loro corpi. A migliaia giacciono ancora nel fondo delle foibe, intere famiglie finirono in fondo al mare con una pietra al collo, e tanti altri sparirono in fosse comuni, dopo essere stati internati per anni nei campi di concentramento di Tito”.
“l’Italia – ricorda la Presidente di Fratelli d’Italia – dal 1945 ad oggi non ha mai preteso né il recupero delle salme, né l’accesso agli archivi della ex Jugoslavia, due azioni essenziali per garantire il recupero di migliaia di vittime tuttora senza una tomba; questa problematica, segnalata da decenni dai familiari delle vittime dei massacri delle foibe, potrebbe ora essere almeno in parte risolta se gli Stati di Slovenia e Croazia, ormai anche membri dell’Unione europea, rendessero disponibili i propri archivi e tutta la documentazione in loro possesso relativa alla sanguinosa guerra civile che ha avuto luogo sul confine orientale sul finire della seconda guerra mondiale”.
Tema, quello della tutela del ricordo dei martiri dei massacri delle foibe, che contraddistingue il lavoro del movimento dei patrioti dalla sua nascita e che ha radici profonde.
Ultimamente sono stati compiuti dei passi in avanti e i primi poveri resti degli italiani uccisi e sepolti in fosse comuni sono stati portati in Italia grazie all’impegno della Società degli Studi Fiumani e della Federesuli insieme alla collaborazione fra Onorcaduti e il governo croato.
Ma c’è ancora molto da fare a partire dalla questione dell’Università Popolare di Trieste – a oggi commissariata – e dei finanziamenti relativi alla tutela delle tombe e dei monumenti italiani dall’altra parte del confine.
Per questo è importantissimo strutturare una nuova e più estesa collaborazione tra il governo italiano e quello di Slovenia e Croazia.