Direzione europee: il 56% degli italiani apprezza il ruolo del governo italiano nella tutela dell’interesse nazionale in Europa

Dati incoraggianti che stimolano a lavorare per il futuro del continente.

È passato un anno dalla vittoria di FdI alle elezioni politiche. Un periodo ricco di successi durante il quale sono state poste le basi per affrontare a ritmo sostenuto le prossime quattro primavere.

Qualcuno aveva definito i mesi iniziali del governo Meloni “una luna di miele” che continuava ad esistere anche dopo la prima fase di ‘innamoramento’ post-elezioni.
Dopo dodici mesi, la luna di miele prosegue e l’Italia è una nave che procede a vele spiegate nella rotta indicata dal Governo, per raggiungere destinazioni sempre più promettenti.

È dunque positivo il bilancio dell’anno appena trascorso, considerando anche le fasi avverse che inevitabilmente il nostro Paese ha dovuto affrontare (questione migratoria acuita dalle crisi in Africa, fornimento di energia etc.), ma a cui ha saputo reagire a testa alta.

Ora tocca alla prossima grande sfida. Quella delle europee, quando i cittadini italiani ed europei saranno chiamati a scegliere del futuro dell’Unione. Questa volta, con ancora maggiore responsabilità.

Ad oggi, come riportato dal quotidiano Libero, “secondo l’istituto demoscopico fondato e diretto dal sondaggista Arnaldo Ferrari Nasi (AnalisiPolitica, ndr) per il 56% degli intervistati il governo sta tutelando bene l’interesse nazionale nei rapporti con l’Europa”. Inoltre, sorprendente il fatto che “anche il 48% degli elettori grillini e il 61% di quelli del Terzo Polo promuovono la linea Meloni”.

Un dato che fa riflettere sul presente e sul futuro non solo dell’Italia, ma dell’intero assetto europeo. Perché se è vero che il modello Meloni ha avuto successo a livello nazionale, convincendo anche i più scettici, questo stesso modello potrebbe essere replicato anche a livello continentale, per trasformarne il funzionamento generale.

Del resto, la partita europea si gioca esattamente su questo: far funzionare l’Unione in un modo piuttosto che in un altro. Non di certo eliminandola o distaccandosi da essa. Anche secondo le percentuali, il sentimento nei confronti dell’Ue da parte dei cittadini è di poco cambiato nel corso del tempo: “Dalla fine degli anni 2000 AnalisiPolitica sottopone annualmente agli intervistati lo sesso quesito- si legge sul quotidiano di Milano -ovvero se per loro si debbano costituire gli Stati Uniti d’Europa, se invece sia meglio avere solo una politica estera e di difesa in comune, oppure se preferiscano che la situazione resti come ora, solo con facilitazioni economico-commerciali o se non sia addirittura meglio abbandonare l’Unione o se occorre staccarsene. Ebbene, la maggioranza degli italiani- si prendano indicativamente tre dati: 56% nel 2009; 54% nel 2018; 55% nel 2023- è per il più Ue anziché meno.”

Allo stesso modo, la visione del governo italiano di oggi va in tale direzione, ovvero mantenere unita e salda l’Europa, ma lavorando affinché divenga più forte, più trasparente e più vicina ai cittadini, e che soprattutto sia in grado di rispondere alle sfide di questo tempo complicato in maniera univoca e condivisa sui grandi temi di rilevanza internazionale, ma facendo prevalere la dimensione nazionale sulle tematiche su cui sono gli Stati membri a poter meglio intervenire.
È in sintesi quello che ha dichiarato in diverse occasioni il Presidente Meloni: “Non si occupi, Bruxelles, di quello di cui si può meglio occupare Roma; e non faccia Roma, da sola, quello per cui serve Bruxelles”.

È con questo progetto che Fratelli d’Italia si sta avviando verso la campagna elettorale. E il fatto che più della metà del Paese dia fiducia e apprezzi l’operato governativo è un ulteriore stimolo per portare avanti le idee dei patrioti nel continente, in nome dell’interesse nazionale e con la speranza di costruire un futuro migliore, risollevando ora l’Italia, domani l’Europa.

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