Direzione Vilnius: al centro del summit NATO i temi da affrontare per la pace in Ucraina

Il prossimo 11-12 luglio si terrà a Vilnius il summit Nato. Un’occasione che vedrà i paesi membri impegnati a discutere su temi centrali dell’agenda mondiale di questo periodo storico complesso e delicato.

Riprendendo l’analisi puntuale di Giulio Terzi di Sant’Agata pubblicata sul quotidiano Libero nel suo speciale “The Global News” del 15 giugno, vengono alla luce le materie strategiche che verosimilmente saranno dibattute: la produzione di armamenti, l’allargamento dell’Ue, la ricostruzione dell’Ucraina, la giustizia internazionale.

Sul tema degli armamenti la proposta di regolamento della Commissione Europea, che ha trovato anche il favore degli europarlamentari, intende “stimolare l’industria europea della difesa, ampliando la produzione Made in Eu.”

Il che significa per l’Europa un grande sforzo non solo per sostenere militarmente l’Ucraina, ma anche per sopperire alla carenza di munizioni e armi militari che stanno sperimentando i paesi membri a causa di una mancanza di investimenti nel settore degli ultimi anni.

Il summit di Vilnius, su questo, potrebbe essere provvidenziale, avvicinando il paese ucraino alla NATO. Il che era già stato suggerito durante il recente summit “High-Level Meeting of Speakers of Parliaments of NATO countries”, durante il quale è emersa per l’appunto la necessità di “avvicinare l’Ucraina alla NATO istituendo il Consiglio Nato-Ucraina e includendo l’Ucraina nelle strutture e nei processi della NATO.

Una vera e propria trasformazione che se si realizzasse comporterebbe un ribaltamento degli attuali assetti strategici mondiali. E che, con tutta probabilità, non farebbe che rafforzare il paese vittima della Russia, che a quel punto sarebbe stretta in una morsa letale.

Nel suo articolo Giulio Terzi si sofferma poi sull’allargamento dell’Ue, citando Giorgia Meloni: “Sosteniamo l’Ucraina a 360 gradi fino a quando sarà necessario e per questo appoggiano Ucraina, Moldavia, Georgia e Balcani occidentali nel loro cammino verso l’adesione all’Ue”.

Un’adesione che farebbe dell’Ucraina un paese europeo a tutti gli effetti e che, aggiunge Terzi, “potrebbe ottenere un sostegno politico più ampio e più rapido da parte dell’Ue e dei suoi stati membri”.

Sulla ricostruzione in Ucraina, sulla quale l’Italia ha organizzato anche una conferenza ad hoc a Roma, Giulio Terzi elenca i fattori chiave in questo processo, ovvero: la certezza che l’Ucraina riceva tutto il supporto necessario, dall’emergenza fino alla ricostruzione nel lungo periodo; le corrette procedure per rendere più ampio e inclusivo questo supporto, in forte connessione con il sistema industriale italiano e la correlazione tra ricostruzione ed effettiva adesione all’Ue.

Infine, giustizia internazionale. Secondo l’autore: “Una rinnovata base giuridica consentirà di perseguire e sanzionare ancora più efficacemente le violazioni dei diritti umani da parte della Federazione Russa”.

Su questo fronte, l’Italia “sarebbe certamente in prima fila, vista l’esperienza della magistratura e delle forze dell’ordine nel sequestro di beni della criminalità organizzata transnazionale”.

Dunque, per costituire un nuovo e più equo status quo mondiale, è necessaria la combinazione di cooperazione militare, politica e giuridica. Un progetto non di certo facile, ora come ora. Ma le cui basi potrebbero essere poste già nell’incontro di luglio, il quale rappresenta una delle più importanti occasioni per giungere ad una pace giusta e che non farà sconti agli aggressori. E l’Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo di primo piano.

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