Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. “L’Italia democratica e progressista” non vuole proprio saperne e le anime belle della sinistra che predicano “accoglienza”, “solidarietà” e “diritti” si rifiutano di guardare in faccia la realtà. L’immigrazione illegale va contrastata perché genera emergenze umanitarie e peggiora quelle che pretende di risolvere: traffico di organi, sfruttamento sessuale di donne e minori, illeciti e crimini di ogni tipo, infiltrazioni mafiose e terroristiche, sono la premessa di gran parte dei movimenti migratori che interessano il “Mediterraneo allargato”. Vip e benpensanti, Ong ideologizzate e più di qualche vescovo e “prete di frontiera” dovrebbero capire che l’immigrazione illegale è un problema che non può essere affrontato con una ragione umanitaria, spesso ipocrita e interessata, che non faccia i conti con la “ragion politica” e il diritto. Se si vogliono evitare le “stragi del mare”, sistematiche violazioni dei diritti, violenze e abusi, fermare l’immigrazione illegale è un imperativo per qualsiasi governo che abbia a cuore l’Italia e il bene comune, il rispetto dei diritti umani e la giustizia sociale.
Sulla materia migratoria, Fratelli d’Italia ha presentato un programma politico chiaro. Vista l’impennata di sbarchi sulle nostre coste – ad oggi abbiamo superato quota 65 mila, ventimila in più rispetto allo scorso anno, oltre il triplo rispetto al 2020 – prioritaria è l’abrogazione del “decreto immigrazione” del ministro Lamorgese. Secondo Fratelli d’Italia, la cooperazione internazionale è la chiave di volta per un nuovo indirizzo politico sull’immigrazione. Come previsto dal Patto UE per la migrazione e l’asilo, il blocco degli sbarchi è possibile per difendere i confini nazionali ed europei e per fermare la tratta degli esseri umani. Questa misura troverebbe rigorosa attuazione nel quadro giuridico di un accordo bilaterale con gli Stati del Nord Africa. Fratelli d’Italia sostiene la creazione di “hot-spot” nei territori extra-europei, gestiti direttamente dall’Unione Europea, per valutare le richieste d’asilo. Nel caso della Libia, con il presupposto che le frontiere marittime dell’Italia sono anche frontiere dell’Unione Europea, e d’intesa col governo locale riconosciuto dalla comunità internazionale, si deve creare una “safe zone”, un’area territoriale ben definita, comprendente un porto di sbarco e un centro di accoglienza, entrambi gestiti dalla comunità internazionale. Il porto di sbarco potrebbe essere gestito dall’Organizzazione internazionale per le Migrazioni (OIM) e il centro di accoglienza dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), entrambe organizzazioni delle Nazioni Unite operanti a tutela dei diritti umani, in materia di migrazione e asilo. Le attività di sbarco verrebbero gestite dall’OIM, che dopo le procedure di identificazione trasporterebbe i migranti – attraverso un “percorso sicuro” – nel centro di accoglienza gestito dall’UNHCR, unitamente ad altre organizzazioni umanitarie. Gli aventi diritto potrebbero essere trasferiti in Europa mediante un meccanismo di ripartizione tra gli Stati membri. I non aventi diritto, invece, andrebbero rimpatriati dall’OIM mediante il meccanismo dei rimpatri volontari assistiti. Secondo molti osservatori, in questa iniziativa potrebbe essere coinvolta anche l’Agenzia Frontex, l’agenzia europea preposta al controllo e gestione delle frontiere esterne dell’Unione europea: si attuerebbe concretamente una “politica comune europea” in materia di asilo, con criteri comuni di riconoscimento della protezione.
Per quanto riguarda le esigenze del mercato del lavoro, Fratelli d’Italia crede che queste possano essere soddisfatte con il “decreto flussi”, nell’ambito di una rigorosa valutazione delle istanze dei migranti e degli aventi diritto. Ancora una volta, l’immigrazione irregolare è un problema perché di fatto impedisce al governo di gestire i flussi lavorativi con i Paesi stranieri e di utilizzare correttamente il “decreto flussi” come strumento di cooperazione internazionale con i Paesi di origine dei migranti. Fratelli d’Italia vuole inoltre stabilire accordi per i rimpatri con i Paesi di provenienza e imporre che la domanda di protezione internazionale debba essere presentata, a pena d’inammissibilità, solo presso le rappresentanze diplomatiche dell’Italia nel Paese di origine del richiedente o nel Paese di transito in caso di pericolo.
Fratelli d’Italia è infine convinta che governare i flussi, controllare le frontiere, imporre il rispetto della legalità, significa garantire vere accoglienza, integrazione, solidarietà a chi ne ha diritto. La massima intransigenza verso la clandestinità deve procedere di pari passo con il percorso verso la piena integrazione dei nuovi cittadini, perché l’Italia deve essere la terra di chi la ama, la conosce, ne rispetta la cultura, la memoria storica e la Costituzione. Fratelli d’Italia è contraria a “ius soli” e a cittadinanze facili, ma crede che su richiesta e senza demagogici automatismi, le seconde generazioni abbiano pieno diritto alla cittadinanza italiana, non per semplice nascita sul territorio nazionale, ma secondo il principio che chi completa l’intero ciclo della scuola dell’obbligo e dimostra piena integrazione e volontà di ottenimento della cittadinanza è legittimato ad acquisirla.
Fermare l’immigrazione illegale e restituire sicurezza ai cittadini