Disabilità in Costituzione: Fratelli d’Italia guida la riforma

Fratelli d’Italia si schiera in prima linea per una nuova riforma costituzionale, non meno importante del premierato o della riforma della giustizia. Il senatore di Fratelli d’Italia Antonio Guidi, ex ministro della Famiglia nel primo governo Berlusconi, si è fatto promotore di un disegno di legge costituzionale che punta a inserire il riconoscimento della disabilità negli articoli 3 e 38 della Costituzione italiana.

Un provvedimento che rimarca l’attenzione del partito verso le fasce più deboli della popolazione. Il testo, intitolato «Modifiche agli articoli 3 e 38 della Costituzione in materia di diritti delle persone con disabilità», è attualmente in discussione alla Commissione Cultura, dove si sta cercando un punto di caduta per arrivare a un consenso il più trasversale possibile.

A sottoscriverlo sono stati anche alcuni parlamentari d’opposizione come i senatori Orfeo Mazzella (M5S), Pier Ferdinando Casini (PD), Graziano Delrio (PD), Filippo Sensi (PD), Marco Lombardo (Misto), Ivan Scalfarotto (IV), Daniela Sbrollini (IV). Qualora fosse approvato, la disabilità rientrerebbe tra i motivi che non possono costituire causa di discriminazione all’articolo 3 della Carta costituzionale, mentre la parola “minorati” sarebbe sostituita con “persone con disabilità” all’articolo 38.

«La disabilità non è un limite individuale ma una condizione relazionale che chiede risposte politiche, culturali e sociali adeguate. E da oggi lo facciamo con più forza», ha detto il senatore Guidi. Che poi ha aggiunto: «La Costituzione deve parlare a tutti e per tutti: inserire la disabilità tra le condizioni che generano discriminazione è un atto di giustizia sociale, ma anche un’evoluzione del nostro sistema democratico».

Si tratta di un disegno di legge che si inserisce nel solco delle principali direttrici internazionali: la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dall’Italia nel 2009), la Strategia europea 2021–2030 e la Carta di Solfagnano, firmata durante il primo G7 Disabilità e Inclusione ad Assisi e Solfagnano nell’ottobre 2024. Tutti strumenti che hanno l’obiettivo di superare il paradigma medicalizzato e puntare su un modello fondato sui diritti, l’accessibilità, l’autodeterminazione e la partecipazione piena alla vita sociale, politica, culturale ed economica.

Questa proposta «nasce – ha spiegato Guidi – da una constatazione profonda: la Costituzione evolve insieme alla società». E ancora: «Nominare la disabilità nell’articolo 3 è atto di verità democratica e di autodeterminazione». Secondo Guidi, «la Costituzione è un testo vivo, capace di abbracciare i cambiamenti sociali» e «questo disegno di legge può costituire un traguardo di maturità della nostra società e della nostra Nazione».

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