Mentre il governo Meloni tutela i bambini, a sinistra si grida allo scandalo. Lunedì, su proposta del ministro della Salute Orazio Schillaci e del ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Maria Eugenia Roccella, il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che introduce disposizioni specifiche per l’appropriatezza prescrittiva ed il corretto utilizzo dei farmaci legati alla disforia di genere, con riferimento particolare alla triptorelina. In considerazione delle attuali direttive dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e del parere del Comitato nazionale per la bioetica (Cnb), spiega una nota del Governo: “Il disegno di legge introduce disposizioni per un efficace monitoraggio dei dati e a tutela della salute dei minori. Le norme prevedono che la somministrazione dei farmaci bloccanti della pubertà e degli ormoni mascolinizzanti e femminilizzanti sia subordinata a una specifica diagnosi da parte di una équipe multidisciplinare e agli esiti documentati dei percorsi psicologici, psicoterapeutici ed eventualmente psichiatrici precedentemente svolti, e soggetta a protocolli clinici che saranno adottati dal Ministero della Salute, nonché all’acquisizione del consenso informato espresso nelle modalità previste per i trattamenti sanitari sui minori”. Si potrà procedere alla somministrazione dei farmaci con l’assenso del comitato etico a valenza nazionale pediatrico. Il provvedimento prevede inoltre l’attivazione, a cura dell’Aifa, di un registro per la prescrizione e la dispensazione dei farmaci, che avverrà esclusivamente mediante farmacia ospedaliera, i cui dati verranno trasmessi al Ministero della Salute con cadenza semestrale.
L’attacco di Zan (Pd)
É proprio contro il registro che si scaglia l’attivista ed europarlamentare del Partito democratico, Alessandro Zan: “Con il disegno di legge sulla disforia di genere, il Governo Meloni si spinge oltre ogni limite: vuole schedare i minori che intraprendono un percorso di affermazione di genere consegnando dati ultrasensibili all’Agenzia Italiana del Farmaco”. Torna poi ad accusare il governo di discriminazione: “Non solo: vuole porre nuove restrizioni ai trattamenti, con l’autorizzazione caso per caso di un comitato etico di cui non è data sapere la composizione e che rischia di diventare un tribunale politico. È un atto gravissimo, un attacco politico e ideologico contro le persone trans che alimenta stigma e discriminazione. Le persone trans non smetteranno di esistere solo perché il Governo renderà più difficile il loro percorso di transizione. Contrasteremo con tutte le nostre forze questa violenza istituzionale: questo disegno di legge va ritirato immediatamente”.
Tesi di Zan smentita da Marina Terragni, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza: “Il disegno di legge sul trattamento della disforia di genere nei minori costituisce un importante e necessario passo avanti nella tutela della salute fisica e psicologica di bambini e adolescenti”. “I principi affermati dal Ddl sono gli stessi che nella stragrande maggioranza delle nazioni, dal Brasile ai Paesi Bassi, dal Regno Unito a molti stati americani, stanno orientando il passaggio dalla cosiddetta ‘terapia affermativa’ farmacologica e chirurgica a un approccio olistico e ispirato alla cautela e alla salvaguardia della salute”, aggiunge Terragni, con buona pace dell’europarlamentare del Pd.